L'angelo dei muri: il film dell'udinese Lorenzo Bianchini con Pierre Richard in anteprima al Torino Film Festival
Il film L’angelo dei muri del regista udinese Lorenzo Bianchini, interpretato dal grande attore Pierre Richard e prodotto dalla Tucker Film con Rai Cinema e MYmovies, è presentato in prima mondiale al Torino Film Festival, in corso dal 26 novembre al 4 dicembre, chiudendo la sezione Le stanze di Rol. Si tratta di un’intensa favola nera che segna il passaggio di Bianchini dalla scena horror indipendente al circuito mainstream, e porta con sé il respiro dell’Europa: un protagonista francese, nome storico del cinema, del teatro e della tivù, una co-protagonista slovena, Iva Krajnc Bagola, e un direttore della fotografia austriaco, Peter Zeitlinger, vera e propria icona legata a filo doppio con Werner Herzog.
L’angelo dei muri, un anziano e la sua solitudine
Trieste. Un vecchio palazzo, un vecchio appartamento. Pietro vive là, stancamente, finché la sua quotidianità regolare e solitaria non viene devastata da un’ordinanza di sfratto. L’anziano non vuole andarsene e mette a punto una strategia per continuare a vivere segretamente dentro casa: costruisce un muro in fondo al lungo corridoio dell’appartamento, un vero e proprio nascondiglio verticale dietro cui sparire. Una grata per respirare, una fessura per simulare un lucernaio, qualche buco per studiare le mosse del nemico (il proprietario, i potenziali nuovi inquilini). Il timore di venire scoperto diventa un’ossessione e ogni cosa lo fa sentire minacciato: il sibilo del vento, un’ombra, uno scricchiolio. Poi, un giorno, “il nemico” arriva davvero: è una madre disperata che vuole garantire un tetto alla figlia. Come reagirà Pietro? Che forma prenderà la sua guerra?
L’anteprima al Torino Film Festival
«L’angelo dei muri – commenta Stefano Francia di Celle, direttore del Torino Film Festival – è un vortice che porta lo spettatore a fluttuare tra la realtà fenomenica e la realtà psichica, descrivendo e superando le soglie dell’abituale grazie a un lavoro raffinatissimo di regia, di scenografia e di montaggio che porta dritto al cuore fantomatico del cinema. Solitudine, memorie e echi dolenti animano i muri e le stanze della casa al limite della vita che geme come un fuscello scosso dai venti imprevedibili delle emozioni. Una voce unica, potente e melanconica nella polifonia del Torino Film Festival».
«La mia stima nei confronti di Bianchini – aggiunge Pier Maria Bocchi, curatore della sezione Le Stanze di Rol – ha radici lontane, fin dal suo esordio Lidrîs cuadrade di trê (2001). Ne scrissi in termini elogiativi su Cineforum, intervistandolo. Sono felicissimo di poter lasciare entrare il suo ultimo lungometraggio nelle Stanze di Rol, e di affidargli il compito di chiuderle quale Closing Film: L’angelo dei muri è molto diverso rispetto ai precedenti lavori di Bianchini, più privato, più malinconico, e proprio per questo motivo mi ha sorpreso e convinto. Segno di un autore che non si accontenta e che non si ripete».
Il supporto del sistema cinematografico del FVG
Realizzato con il sostegno di MiC, FVG Film Commission, Fondo per l’Audiovisivo del FVG e RE-ACT, il film è stato scritto dallo stesso Bianchini, da Michela Bianchini e da Fabrizio Bozzetti. «L’angelo dei muri – sono parole di Bianchini – è il risultato di una riflessione sulla solitudine, sulle solitudini, già iniziata con Occhi (2010) e poi sviluppata con Oltre il guado (2013). In questi due film la paura è evocata da ciò che risiede al di là del confine tra la vita e la morte, in quella zona misteriosa dove trovano ristoro le umane speranze di immortalità. L’angelo dei muri descrive una paura ancora più profonda, generata da un vecchio trauma irrisolto».
Foto: ufficio stampa Tucker Film