Acqua, terra, fuoco: il Veneto industriale del Rinascimento in mostra al Palladio Museum

Se Palladio è riuscito a realizzare le sue meraviglie è certo merito del suo genio. Ma anche, se non soprattutto, degli effetti di quel “miracolo economico” che, nel ‘500, portò il Veneto di terraferma ai vertici dell’innovazione tecnologica e della produttività europee.

Ora la mostra “Acqua, Terra, Fuoco. L’architettura industriale del Veneto del Rinascimento”, curata da Deborah Howard del St. John’s College di Cambridge, indaga lo straordinario sviluppo industriale che trasformò campagne e colline del Veneto in sede di efficientissime manifatture che non avevano pari nel mondo dell’epoca. La mostra, patrocinata dal Ministero della cultura, si inaugura il 12 novembre 2022 al Palladium Museum di Vicenza (contra’ Porti 11) dove resterà aperta fino al 12 marzo 2023.

Quando, esattamente dieci anni fa, il Cisa, Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio aprì, in Palazzo Barbaran da Porto a Vicenza, il Palladio Museum, al centro del cortile nobile venne messo a dimora un gelso. A chiarire ai visitatori che Palladio non avrebbe potuto creare ville e palazzi oggi oggetto dell’ammirazione universale senza quell’albero, ovvero senza l’attività delle seterie che venivano alimentate dai bozzoli tessuti da bruchi, che delle foglie dei gelsi si cibavano.

E non a caso la mostra, per la prima volta, puntualizza come quella grande vicenda imprenditoriale, sia stata scelta come evento di punta del decennale del Museo. Come una sorta di “Silicon Valley” ante litteram, l’attività delle seterie era localizzata in aree periferiche, ai piedi delle colline dell’alto vicentino e trevigiano, soprattutto. Qui scorrevano con impeto le acque che offrivano la forza motrice, qui venivano trattate le materie prime che, plasmate con il fuoco e la stessa acqua si trasformavano in prodotti innovativi, richiestissimi sui mercati della Serenissima e di tutta Europa. A fare la differenza rispetto alle analoghe imprese del continente, fu la capacità di innovazione, di mettere a punto, e brevettare, nuove tecnologie e, allo stesso tempo, di puntare su reti commerciali capillari.

Tomaso Fiorini, Centro manifatturiero a Solagna, con filatoio e follo, 1699 (Archivio di Stato di Venezia).

«La mostra – afferma il direttore del Cisa Andrea Palladio/Palladio Museum, Guido Beltramini –, frutto di più di tre anni di ricerche in musei, archivi, biblioteche e sul campo, ricerca finanziata dal Leverhulme Trust di Londra (UK), mette in evidenza ciò che sino a oggi era rimasto dietro le quinte. Attraverso dipinti, mappe, disegni, oggetti e modelli antichi ci fa scoprire le architetture del boom industriale del Veneto del Rinascimento, vale a dire le fabbriche del Nord-Est di cinque secoli fa. Senza la ricchezza da loro prodotta, le ville e i palazzi di Andrea Palladio non avrebbero potuto prendere forma».

«Grazie a prestiti italiani e internazionali, saranno esposti dipinti di Tiziano, Francesco Bassano e Bellotto, disegni rinascimentali, preziosi modelli antichi di meccanismi brevettati, provenienti dal Maximilianmuseum di Augusta, mappe e documenti d’archivio, libri rari, oggetti d’uso prodotti dalle imprese venete rinascimentali, come il rarissimo corsetto maschile in cuoio e seta di fine Cinquecento, noto come ‘cuoietto’, e ugualmente oggetti d’arte come preziose croci liturgiche con l’argento delle miniere di Schio e spade forgiate a Belluno. Per l’occasione il film-maker Fausto Caliari ha realizzato nove filmati che raccontano lo stato di altrettante “fabbriche” rinasci-mentali, alcune delle quali ancora oggi in funzione».

«L’allestimento, disegnato dall’architetto e regista teatrale Andrea Bernard, è concepito per coinvolgere il grande pubblico in un viaggio alla scoperta di questo aspetto poco conosciuto della cultura del Rinascimento europeo», conclude Beltramini.

«La mostra racconta il passato, ma con lo sguardo al presente e al domani – dichiara Lino Dainese, presidente del CISA Andrea Palladio/Palladio Museum –. Ci parla dell’antica alleanza che nel Veneto del Rinascimento legò economia, arte e cultura: l’imprenditoria prosperava grazie all’innovazione, e chiese a Palladio di darle un volto architettonico, altrettanto visionario e rivolto al futuro».

La mostra è realizzata in sinergia con la Direzione regionale Musei del Veneto, guidata da Daniele Ferrara, nel quadro dell’Accordo di Valorizzazione fra Ministero della Cultura e Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio. È sostenuta da The Gladys Krieble Delmas Foundation di New York (USA) e come attività del Palladio Museum gode del sostegno Art Bonus di Viacqua SpA.

Info e prenotazioni: http://www.palladiomuseum.org.

Foto di copertina: Mulini galleggianti a Padova, 1767 (Archivio di Stato di Venezia).

Foto all’interno: Tomaso Fiorini, Centro manifatturiero a Solagna, con filatoio e follo, 1699 (Archivio di Stato di Venezia).

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