Abolizione leva, olimpiadi, parcheggi: i referendum in Austria

L’Austria e Vienna sono chiamate ad esprimersi su diversi quesiti nei prossimi mesi. Prima l’intera nazione dovrà decidere delle sorti dell’esercito, poi ci sarà una consultazione popolare riservata ai cittadini di Vienna su vari temi, dalla distribuzione delle aree di parcheggio alle politiche energetiche ed ambientali. Andiamo con ordine. Il 20 gennaio ci sarà un vero e proprio referendum nazionale, sembra il primo in Austria, con gli Austriaci maggiori di 16 anni che potranno rispondere al seguente quesito:

a) Siete a favore dell’istituzione di un esercito professionale e di un anno pagato di servizio civile su base volontaria?

oppure

b) Siete a favore del mantenimento del servizio militare obbligatorio e del Servizio Civile?

In pratica gli Austriaci devono decidere se eliminare il servizio di leva, sospeso in Italia dal 2005.

Il Volksbefragung (non proprio un referendum, ma una sorta di consultazione popolare) che interesserà i residenti a Vienna, cittadini austriaci e maggiori di 16 anni, si terrà invece il 7, 8 e 9 marzo e conterrà ben 4 quesiti: (libera traduzione)

  1. Per migliorare la situazione dei parcheggi in città dovrebbero essere i singoli Bezirk (quartieri) a decidere o dovrebbero essere fornite soluzioni a livello comunale?

  2. La città deve candidarsi per ospitare le Olimpiadi del 2028?

  3. Siete a favore che i servizi attualmente erogati dalla Città, come acqua, luce, rifiuti, ospedali, case popolari e trasporti, restino pubblici (ossia non sia data la possibilità di eventuali privatizzazioni)?

  4. Dovrebbe la città investire di più nell’energia solare, magari con il contributo dei privati?

Gli Italiani residenti in Austria, come anche gli altri stranieri, non hanno il diritto di esprimersi a meno che non abbiano acquisito la cittadinanza austriaca. Se questo è giusto per il referendum sull’esercito, per quanto riguarda la consultazione popolare a Vienna più di qualche concittadino, che vive qui da anni ma che non ha preso la cittadinanza per non dover rinunciare a quella italiana, sarebbe a favore di un’estensione del diritto di voto a tutti coloro abbiano la residenza a Vienna da almeno un tot di anni (es. link). Sinceramente sarei d’accordo visto che parcheggi e servizi interessano chi ci vive, indipendentemente dal luogo di nascita, ma non sembra essere uno degli argomenti in discussione al momento. I giornali ed i talkshow televisivi sono animati da aspri scontri tra le diverse fazioni politiche (niente di confrontabile al turpiloquio italico, però), l’opposizione critica la formulazione delle domande per Vienna, i partiti politici si schierano sull’esercito nazionale ed i giornalisti confrontano l’Austria con la Svizzera (ove è ancora obbligatorio). Sarà interessante verificare l’adesione popolare (anche qui, nel caso del referendum sull’esercito, serve un quorum) e le scelte fatte di conseguenza. Spero che qui l’opinione popolare venga tenuta in considerazione, non come nel nostro Paese, ove gli stessi quesiti devono essere ripetuti due volte (vedi il caso sul nucleare) per essere digeriti dal Parlamento, che poi magari trova il modo di aggirare la decisione dei cittadini (vedi il finanziamento ai partiti). Appuntamento a dopo le consultazioni per commentare i risultati.

Lidia Pittarello

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