A Vienna il più grande bordello d'Europa

La notizia
Dopo l’apertura dell’università del sesso*, l’apparentemente pudica Vienna conferma una preoccupante tendenza a sfruttare questo settore di mercato. Der Standard** riporta che la più grande casa chiusa d’Europa sorgerà in Niederösterreich, alle porte di Vienna, al costo di 15 milioni di euro. La collocazione precisa è ancora segreta, ma dovrebbe essere appena a sud della città ed occupare circa 1000 mq. Gli investitori garantiscono che la posizione non creerà alcun disagio. Saranno a disposizione dalle 80 alle 120 ragazze e si prevedono un migliaio di ospiti maschili al giorno. L’apertura è programmata entro Gennaio 2014. Si è deciso per la Bassa Austria perché a Vienna è entrata in vigore una nuova legge sulla prostituzione alquanto restrittiva, infatti dal 1° Novembre le case chiuse necessitano di un particolare permesso e finora solo una parte (30) delle 450 dichiarate e delle 230 che ne ha fatto richiesta l’ha ottenuto.

Di cosa stiamo parlando***?
Quella che loro chiamano “Laufhaus” è una casa chiusa ove vengono affittate delle camere per il sesso a pagamento. L’affitto giornaliero va dai 70 ai 120 euro, ma l’ingresso all’edificio è libero, da cui il nome (Laufen = correre, camminare). Chiunque abbia compiuto 18 anni e sia legalmente residente in Austria o abbia fatto richiesta di asilo può registrarsi presso la polizia per iniziare tale attività. Dopo una visita medica, da ripetersi una volta a settimana, si riceve il “Deckel” (= copertura), una scheda di controllo che la polizia può richiedere in qualunque momento. Le meretrici registrate pagano regolarmente l’imposta sul reddito ed i contributi dovuti.

Le reazioni
Birgit Hebein, portavoce dei Verdi a Vienna, è alquanto scettica sulla costruzione di simili “case”: “Si cerca di spostare la prostituzione dalle strade all’interno degli edifici. Non credo che le ragazze ed i loro problemi svaniscano nel nulla semplicemente perché non sono più in vista.”
Sandra Frauenberger, consigliera cittadina per l’integrazione, i diritti delle donne, dei consumatori e della persona, appartenente al partito socialdemocratico, scrive nella sua pagina web che “lo spostamento al coperto è una priorità assoluta, perché il lavoro al coperto è un lavoro sicuro.”

Un amaro commento
Vienna lotta ancora con le sue contraddizioni, da un lato la reazione spropositata ad una discutibile ma innocente mostra d’arte, dall’altro il silenzio, se non l’appoggio, per simili iniziative. La mentalità del “purché non si veda” è la massima manifestazione dell’ipocrisia. Invece di affrontare i problemi, questi vengono abilmente evitati, che sia apporre una discreta banda rossa su dei manifesti o mascherare lo sfruttamento della prostituzione come un redditizio investimento ma abbastanza in periferia da non urtare alcuno. Vienna aspira a fondere la nostalgia per il glorioso passato imperiale con il dinamismo e l’apertura della modernità, andando avanti di questo passo ci riuscirà? Personalmente, inizio a nutrire qualche dubbio.

Fonti:
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Informazioni su Werner Schmuck, l’imprenditore (?) dietro l’iniziativa, si trovano qui.

Lidia Pittarello

Foto Shutterstock

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