A tre anni dallo sgombero urgente, il Tacheles è ancora lì
Da luogo vivo a monumento alla stupidità dell’urbanistica commerciale. Sono passati tre anni dallo sgombero del Tacheles, il centro artistico che ha fatto la storia di Berlino: era il 4 settembre 2012 e con lo sgombero da parte della polizia si concludeva una lunga vicenda che con Anordestdiche avevamo seguito da vicino grazie alle notizie forniteci in diretta da Barbara Fragogna. Per questo, spuntando su Oranienburg Strasse eravamo convinti di trovarci di fronte a un enorme cantiere, se non già l’hotel e gli uffici che i nuovi proprietari americani del complesso hanno in mente.
E invece no: è tutto ancora come allora. Tre anni e mezzo di vuoto inutile. Lo sgombero urgente, accade così ovunque, non ha quasi mai l’urgenza concreta del proprietario. Ha l’unica urgenza politica di cancellare e rimuovere, di riaffermare un possesso a prescindere dall’utilizzo. Quel possesso vuoto che grandi gruppi e banche esercitano su milioni di appartamenti sfitti e fuori mercato. Che sono poste di bilancio, non pezzi di vita o strumenti a servizio dell’uomo e della società . Le feste e le opere d’arte che si sarebbero potute tenere al Tacheles si sono tenute altrove. Il vuoto del nostro tempo resta.