Zero-fare: il trasporto pubblico gratuito è possibile
Quello del trasporto pubblico completamente gratuito – zero-fare – non è solo un sogno, ma è una realtà in alcune città, che hanno dimostrato come un sistema di trasporto zero-fare sia non solo possibile, ma anche vantaggioso.
Il vantaggio più evidente è quello dell’aumento degli utenti che utilizzano i mezzi, invogliati dalle tariffe gratuite. Il fatto di non dover pagare ogni volta che si utilizza la propria auto genera la falsa percezione che il suo uso sia gratis – anche se ovviamente non è così perché la benzina si paga a caro prezzo – ed un sistema di trasporti pubblici gratis fa effettivamente una spietata concorrenza alle auto, stuzzicando anche gli automobilisti più incalliti e permettendo l’accesso anche alle fasce di reddito più basse. Di conseguenza ci sono meno auto, meno incidenti, meno polveri sottili.
Nonostante la parola gratis faccia supporre che il sistema sia in perdita, in realtà spesso i costi dell’emissione dei biglietti e dei controllori è pari ai guadagni dati da biglietti e abbonamenti, quindi c’è anche un vantaggio economico per l’azienda gestrice.
Nella città belga di Hasselt i trasporti pubblici sono totalmente gratuiti dal 1997, e da allora i passeggeri sono aumentati di 10 volte. A Mariehamn, nelle isole Aland, in Finlandia, non solo i bus sono gratuiti, ma anche i traghetti che solcano l’arcipelago, ma solo per persone e biciclette.
Il fenomeno dei trasporti zero-fare non riguarda soltanto piccole e medie città, ma sta contagiando anche le grandi metropoli e le capitali: a Seattle gli autobus sono gratuiti dalle 6 del mattino alle 5 del pomeriggio, e molte città australiane come Sydney, Adelaide, Perth e Melbourne hanno adottato trasporti pubblici parzialmente gratuiti (durante occasioni speciali come le Olimpiadi di Sydney, oppure solo su alcune linee e zone ad alta frequentazione), così come Manchester, Miami ad Auckland, che hanno servizi di shuttle gratis. La prima capitale europea con bus, tram e filobus gratuiti sarà Tallinn, dove un referendum popolare ha promosso la zero-fare a partire dal 2013.
Spero che questo sia l’inizio di una nuova tendenza globale e non una serie di isole felici, e naturalmente spero che l’onda della zero-fare contagi prima o poi l’Italia, anche se prima si dovrebbe pensare a creare sistemi di trasporti pubblici realmente efficienti, che costituiscano una valida alternativa all’auto, e su questo punto direi che siamo ancora in alto mare. Ma un servizio di trasporti gratuito deve essere necessariamente efficiente e accessibile a tutti (disabili, abitanti della periferia, passeggeri notturni), altrimenti sarebbe una contraddizione, ma soprattutto non funzionerebbe.
Claudia Vannucci