Cara Italia, buon 151mo
Cinque migranti morti su un gommone stipato di disperazione. L’acquisto a suon di miliardi di euro dei caccia F35, i mostruosi tagli alla cooperazione internazionale, ai servizi sociali, ai comuni. La benzina a 2 euro, i capi che in azienda annunciano ancora tagli al budget, ancora a carico dei fornitori. Le aziende che fingono di fallire, gli amici senza lavoro.
E’ il 17 marzo, 151mo anniversario dell’unità d’Italia (è anche la XVII giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime di mafia, se è per quello…) Buon anno Italia! Ne abbiamo bisogno.
No, non siamo impazziti. Ce ne frega niente del Nord Est, ce ne frega poco pure di un concetto retrò come l’Italia.
Ma è il groviglio politico, sociale, fiscale in cui operiamo, quindi faremo la nostra parte. Sapendo che la soluzione non arriverà da sindacati, tavoli concertativi e governo, ma da un Paese che si risveglia. Ci siamo solo ripuliti un attimo le scarpe, abbiamo tolto la polvere dai vestiti e rinchiuso nani e ballerine in mansarda. Ma siamo proprio sicuri che la notizia della nostra morte sia fortemente esagerata? Abbiamo un solo modo per scoprirlo: aprire la porta, che fuori c’è il mondo.