Nairobi, Mathare Slums
Nello scorso post c’eravamo lasciati mentre acquistavamo sim card Safaricom all’ombra di un viadotto “made in China”. Ora, continuando in linea aerea nella direzione del viadotto per circa 4 Km arriviamo a Mathare, baraccopoli nella quale Karibu Afrika lavora dal 2004 in collaborazione con l’associazione di base Whynot. Dalla città, raggiungere Mathare con i matatu pubblici è tutta una variabile: un tempo dai 10 minuti alle 2 ore, un prezzo dai 10 ai 60 centesimi di euro, un rischio d’incidenti da zero a più infinito… tutto cambia a seconda del traffico!
Si dice che la prima volta non la si dimentica mai… questo è particolarmente vero per Mathare. I vostri rammolliti 5 sensi occidentali impazziscono perché improvvisamente iper sollecitati.
A livello olfattivo gli odori sembreranno estremamente forti, duri… vivi! Si passa dall’odore d’immondizia, a quello di fritto, a quello di sudore, in certi momenti vi sembrerà quasi mancare il respiro. Fidatevi che dopo 2 settimane di Kenya il vostro sudore si sarà perfettamente allineato con lo standard kenyano: più intenso, più acre… più sudore insomma.
A livello uditivo può succedervi di tutto. Dato che la baraccopoli ha una densità di popolazione eccezionale i vari rumori tenderanno a scontrarsi e sovrapporsi: voci di studenti che ripetono all’infinito una filastrocca in inglese, bambini che v’inseguono scandendo ritmicamente qualcosa che suona come “Auariuuuu” (how are you dall’inglese), predicatori di qualsiasi religione che in preda a visioni mistiche ripetono alleluia ogni 6 secondi, la musica di un negozietto (nel 70% dei casi reggea), la cantilena ambulante di un vu cumprà che cerca di piazzare bacinelle di plastica, gli spari provenienti da un cinema di baraccopoli in cui stanno proiettando un film d’azione…
A livello visivo tutto dipende dal punto d’osservazione. Dall’alto vedrete un’accozzaglia di lamiere che si incrociano, sovrappongono e nascondono la maggior parte della vita reale di baraccopoli. Quando siete all’interno della baraccopoli la prospettiva cambia. Percorrete a piedi quelli che dall’alto sembravano cunicoli strettissimi e senza sbocco, incontrate persone che dall’alto sembravano formichine indaffarate, vi scontrate con la vita reale delle persone di Mathare, una vita che vi colpisce perchè inaspettatamente normale. Sarà quasi deludente vedere che si fa tutto quello che si fa a Nairobi, ci sono gli stessi servizi, gli stessi bisogni ma ad un prezzo che può essere anche 10 volte inferiore… di fatto possiamo considerare a tutti gli effetti Mathare una città nella città.
A livello tattile e gustativo il tutto dipende dal vostro coraggio… volete raccogliere qualcosa da terra? volete assaggiare le famose teste di pesce con un ottimo brodino?
La prima volta in baraccopoli per molti è un dramma psicologico. Potete arrivare preparati, avendo letto libri, sentito racconti e visto fotografie ma quando sarete in mezzo sarà completamente nuovo per voi! Sarà tutto molto spiazzante.
Karibu Mathare!
Luca Marchina
P.S. Mi permetto di consigliarvi una crema abbronzante per la vostra prima visita a Mathare: all’ora di pranzo le lamiere splenderanno di un giallo intenso che velocemente colorerà di un rosso accesso il vostro viso, effetto ‘scottatura da baraccopoli’… ed effetto serra direi!
Foto: Mathare, di Claudio Allia, via Wikipedia, CC BY-SA 3.0, Collegamento