Innocence: nel film di Guy Davidi (ora nelle sale) i ragazzi israeliani che rifiutano la leva obbligatoria
In Israele tutti i cittadini ebrei sono tenuti a prestare obbligatoriamente il servizio di leva che dura 32 mesi per gli uomini e 24 mesi per le donne. Nel corso di un lavoro durato 10 anni, con il film documentario Innocence il regista israeliano Guy Davidi ha raccolto le storie di ragazze e ragazzi che hanno cercato, senza riuscirci, di resistere all’arruolamento per poi scegliere di togliersi la vita come gesto di rifiuto per quella cultura militarista.
Presentato nel 2022 alla 79^ Mostra del Cinema di Venezia, Innocence rappresenta un durissimo atto di accusa contro le politiche che educano al culto delle armi e della guerra fin dalla più tenera età. Un film brutalmente concreto e incredibilmente poetico, ora nelle sale italiane con Bloom Distribuzione, e che per la sua forza narrativa e di feroce attualità ha ottenuto con il patrocinio di Amnesty International Italia. Da cercare al cinema.
“Fino a che punto la narrazione dell’olocausto è storia e quando diventa invece uno strumento politico?”. Con questa domanda, tanto provocante quanto attuale, il regista israeliano già autore di film tra cui Five Broken Cameras e Mixed Feeling, interroga il suo Paese e ne realizza un ritratto attraverso gli occhi, i diari e i filmati familiari di alcuni giovani chiamati alle armi e che non hanno resistito all’imposizione della cultura della guerra. Storie mai state raccontate perché viste come una minaccia nazionale.
Innocence (coproduzione tra Danimarca, Israele, Finlandia e Islanda, 2022, durata 100’) rompe questo colpevole silenzio descrivendo lo sconvolgimento interiore di ragazze e ragazzi che non volevano imparare a fare la guerra, attraverso immagini militari di prima mano e filmati amatoriali dalla loro infanzia fino all’arruolamento forzato. Un film dirompente, brutalmente concreto e incredibilmente poetico su cosa significa crescere in un paese che ti obbliga a diventare un soldato.
Guy Davidi è nato nel 1978 a Jaffa, in Israele. Gira e monta film fin dall’età di sedici anni: i suoi documentari sono stati proiettati in decine di festival cinematografici internazionali, locali, cinema e canali televisivi. Con Five Broken Cameras viene candidato all’Oscar per il miglior documentario, vince un Emmy Award e il premio per la miglior regia al Sundance Film Festival. IMDB lo ha selezionato nella lista dei “documentaristi più coraggiosi” insieme a Michael Moore e Werner Herzog. Da anni vive e lavora a Copenaghen con la moglie e regista Maja Friis.
Cover Photo: Still from “Innocence”, Copyright: Guy Davidi