Venezia, scoperta una strada romana sotto la laguna

Un’antica strada romana correva dove ora c’è la laguna di Venezia: una scoperta che rafforza l’ipotesi che esistessero in quell’area insediamenti umani stabili molti secoli prima della fondazione della città lagunare. La ricerca portata avanti da un gruppo di ricercatori dell’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ismar) e dell’Università Iuav di Venezia, è stata illustrata in un articolo pubblicato questa settimana su ‘Scientific Reports’ del Gruppo Nature.

«Durante l’età romana, ampie zone della laguna di Venezia ora sommerse erano accessibili da terra – si legge in una nota pubblicata sul sito del Cnr –, tuttavia, nonostante i molti ritrovamenti di reperti negli ultimi decenni nelle isole e nelle aree umide della laguna, non è ancora chiaro quale fosse l’estensione dell’occupazione antropica in epoca antica».

strada romana laguna

Nella foto (dal sito cnr.it), una pietra inclinata piatta (basolo?) affiancata da una pietra quadrata scattata. L’immagine è stata scattata da Luca Gagliardi del Nucleo Sommozzatori di Venezia della Polizia di Stato nell’estate 2020 nel Canale Treporti

Strada romana sotto la laguna di Venezia: i dettagli

I ricercatori Fantina Madricardo e Maddalena Bassani, insieme ai colleghi Giuseppe D’Acunto, Antonio Calandriello e Federica Foglini, hanno mappato i fondali della laguna con un sonar ad alta risoluzione, affiancando a quest’attività una ricerca archeologica e archivistica.

Il risultato è stata l’individuazione di 12 strutture allineate lungo l’asse del Canale Treporti, alte fino a 2,7 metri e lunghe fino a 52,7 metri. Una di queste strutture fu oggetto di investigazione da parte di Ernesto Canal, pioniere delle ricerche archeologiche in laguna, e della Soprintendenza nel 1985 che, grazie all’ispezione dei sommozzatori Paolo Zanetti ed Eros Turcato, scoprivano in quell’area la presenza di alcune anfore e un allineamento di numerosi “basoli”, pietre utilizzate dai Romani per la costruzione delle strade. Altre pietre simili a basoli sono state successivamente documentate durante un’ispezione del Nucleo Sommozzatori della Polizia nell’estate del 2020, si legge sempre nella nota diffusa dal Cnr.

Un molo romano in laguna?

Non solo strade, però. Lo studio documenta anche la presenza di altre quattro strutture, la più grande delle quali misura quasi 135 metri in lunghezza e fino a 4 metri in altezza. L’ipotesi è che si tratti di una struttura portuale, forse parte di un molo, anche se ulteriori indagini archeologiche subacquee saranno necessarie per confermare tale ipotesi, spiega il Cnr. I dati acquisiti insieme a quelli raccolti negli anni ’80 indicano che la strada si trova su un antico litorale ora sommerso, il quale in epoca romana doveva essere emerso e accessibile.

Gli autori dell’articolo suggeriscono che la strada fosse probabilmente parte integrante della rete viaria romana dell’Italia nordorientale, lungo il litorale che connetteva Chioggia (l’antica Clodia) all’antica città di Altino, che sorgeva al limite nord della laguna.

Foto: Punta Sabbioni, di Alessio Furlan da Unsplash

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