Palazzo Grassi: riapre la mostra “Henri Cartier-Bresson. Le Grand Jeu”
Da giovedì 11 febbraio il museo veneziano riapre al pubblico con la mostra “Henri Cartier-Bresson. Le Grand Jeu” Cinque sguardi di cinque personalità d’eccezione (François Pinault, Annie Leibovitz, Javier Cercas, Wim Wenders e Sylvie Aubenas) puntati su l’”occhio del secolo”.
Su Cartier-Bresson molto è stato scritto e molte sue immagini sono talmente celebri, che crediamo di conoscere veramente la sua opera. Considerati poi il luogo e la città della mostra, il rischio di rimanere inebriati dall’alto grado di radioattività estetica-come dice Tiziano Scarpa- c’è tutto. Ci pensa il regista tedesco Wim Wenders a scuoterci. Le immagini che ha scelto sono esposte al buio, retroilluminate, in un’atmosfera da lanterna magica che vuole farci guardare all’opera del grande maestro con uno sguardo nuovo, con stupore. In un filmato, Wenders si rivolge a noi e ci invita a inseguire le traiettorie invisibili tracciate dagli sguardi nelle fotografie di Cartier-Bresson – punti d’incontro, dentro e fuori il campo visivo. In questo senso, la fotografia della Familie Barge, Bougival, 1956, si presta perfettamente: tutti, dal bimbetto alla nonna, fino ai cani, si guardano o sono guardati. Un gioco di sguardi li avvolge: la mamma è scalza, il bambino è nudo, ma quasi non ce ne accorgiamo. Con il suo obiettivo, Cartier-Bresson li abbraccia tutti. Wenders ci esorta a pensare a quello che facciamo tutti i giorni, con i nostri smartphone. Anche noi siamo, quotidianamente, produttori di immagini, ma anche quando puntiamo l’obiettivo fuori, in realtà è su di noi che è rivolto. Lo sguardo di Cartier-Bresson è sempre stato, invece, rivolto sul mondo, con risultati che continuano ad essere sotto gli occhi di tutti. Da “Le Gran Jeu” emerge così in maniera evidente un’attenzione per la visione contemporanea, che Palazzo Grassi ha saputo portare avanti magistralmente già con la mostra dell’artista belga Luc Tuymans, nel 2019.
Per la mostra “Henri Cartier-Bresson. Le Grand Jeu” cinque sguardi di cinque personalità d’eccezione sono puntati su l’”occhio del secolo”, come viene definito Cartier-Bresson: quello del collezionista François Pinault, della fotografa Annie Leibovitz, dello scrittore Javier Cercas, del regista Wim Wenders e della conservatrice Sylvie Aubenas.
Ognuno di loro si è prestato a un grande, quanto arduo, gioco: scegliere 53 fotografie -come quelle di un mazzo di carte, più un jolly- tra le 385 della preziosa Master Collection. La Master Collection raccoglie gli scatti che lo stesso Bresson selezionò come i suoi migliori nel 1973, una specie di “testamento visivo” prima di ritirarsi dall’attività di fotografo e dedicarsi al disegno fino alla sua morte, nel 2004. Sono nati così cinque momenti espositivi distinti, diversi per scelte, punti di vista e allestimento. Cinque sguardi che sentiamo al nostro fianco mentre attraversiamo la mostra.
Danze improvvisate sulle strade polverose della Turchia, musicisti sul ciglio di una strada a San Antonio negli Stati Uniti, scampagnate in Sardegna, un momento di riposo per le prime ferie retribuite sulle rive della Marna: scorre la vita furtiva, strampalata e quotidiana nelle immagini selezionate dal collezionista François Pinault. Ci riportano a momenti che sentiamo vicini a noi. Insieme a Bresson, viaggiamo in tempi e luoghi diversi nel mondo, ma sempre dentro a un’umanità che si somiglia ovunque nella naturalezza dello stare insieme, nel guizzo di sguardi spavaldi o felici al ritorno dopo una giornata di lavoro, come in quelli della Familie Barge, Bougival.
Non solo le persone, ma anche i luoghi lontani sembrano simili, percorsi dalle stesse linee compositive, che Bresson sa riconoscere e “inquadrare” perfettamente – che siano scorci di una piazza a Scanno o distese innevate a Kidekcha in Unione Sovietica nel 1972. Aspetti, questi, che emergono chiaramente nelle immagini scelte dalla conservatrice Sylvie Aubenas. Del resto, Cartier-Bresson veniva da una formazione come pittore, ma il rigore formale si univa alla sua proverbiale capacità nel saper catturare “The Decisive Moment”, come recita il titolo di una sua importante pubblicazione. Una prontezza di riflessi che richiede agilità e discrezione, quella che solo la sua Leica con obiettivo di 50 mm sapeva dargli: era il prolungamento del suo occhio, tanto che l’amico artista Saul Steinberg gliene costruì una “immortalandola” in un modellino di legno e metallo, che troviamo il mostra.
In molti ritratti esposti riconosciamo grandi protagonisti del Novecento, immortalati con la solita intensità e nonchalance, da Albert Camus a Truman Capote. Un Alberto Giacometti infagottato nel cappotto ci viene incontro sotto la pioggia, è longilineo e asciutto come le sue sculture. Non è un caso che questa immagine sia stata scelta più volte. Con la stessa agilità dei suoi scatti Cartier-Bresson sembra essersi mosso nella storia del Novecento – come primo fotografo occidentale autorizzato a fotografare in Unione Sovietica dopo la seconda guerra Mondiale. Nelle scelte delle storico Javier Cercas leggiamo questi aspetti e scopriamo tre suoi filmati di propaganda a sostegno della seconda Repubblica spagnola.
Caterina Longo
Info
“Henri Cartier-Bresson. Le Grand Jeu”
a cura di Matthieu Humery
Palazzo Grassi, Campo San Samuele 3231, Venezia
Fino a venerdì 26 febbraio 2021.
La mostra riapre al pubblico nelle giornate di giovedì e venerdì a partire da giovedì 11 febbraio e sino a venerdì 26 febbraio 2021.
In questi ultimi giorni di apertura l’ingresso è gratuito.
“Henri Cartier-Bresson. Le Grand Jeu” sarà presentata alla Bibliothèque nationale de France, a Parigi, nella primavera 2021. Palazzo Grassi rimarrà chiuso nei prossimi mesi per degli interventi già preventivati di manutenzione straordinaria e riaprirà i suoi spazi al pubblico in autunno con una nuova programmazione espositiva.
Catalogo “Henri Cartier-Bresson. Le Grand Jeu”, pubblicato in co-edizione con Marsilio Editori, Venezia, e Bibliothèque nationale de France in edizione trilingue (italiano, inglese, francese), a cura di Sylvie Aubenas, Matthieu Humery, Wim Wenders, François Pinault, Annie Leibovitz, Javier Cercas, pp. 352 con 650 ill.
Immagine d’apertura: Works by Henri Cartier-Bresson. © Fondation Henri Cartier-Bresson / Magnum Photos. Installation view “Henri Cartier-Bresson. Le Grand Jeu” at Palazzo Grassi, 2020. © Palazzo Grassi, photography Marco Cappelleti