Fuga dal Covid? Il più antico rifugio delle Dolomiti ampezzane cerca un nuovo gestore...
Inaugurato nel 1883, distrutto durante la Prima guerra mondiale e ricostruito, il suggestivo il rifugio Nuvolau situato sul Monte omonimo si trova a quota 2575 metri. Gli attuali gestori, Mansueto e Giovanna Siorpaes, lasciano l’attività dopo 47 anni.
È uno dei punti di riferimento per gli escursionisti a Cortina, ma non solo. Un rifugio autentico, “d’altri tempi”, dove è ancora possibile vivere la montagna in modo sincero. Costruito nel 1883, il rifugio Nuvolau (allora si chiamava “Sachsendankhütte”) è il più antico delle Dolomiti. Domina la conca d’Ampezzo da una parte e l’Agordino dall’altra. Rinomato fin dagli albori dell’alpinismo per il panorama straordinario, ora la struttura è alla ricerca di un nuovo gestore. Mansueto Siorpaes e la moglie Giovanna, infatti, lasciano dopo 47 anni di attività continua. Il motivo: “raggiunti limiti d’età”. A dare la notizia è stata la sezione del CAI di Cortina: “Il nostro storico gestore lascerà con il 31 marzo 2021. Siamo rammaricati per questa decisione improvvisa, ma anche consapevoli che i nostri amici abbiano tutto il diritto di godersi i prossimi anni in serenità e tranquillità”.
Nel frattempo è stato pubblicato il bando per la nuova gestione, con scadenza il 15 febbraio 2021; il contratto con il nuovo gestore avrà decorrenza dal 1° aprile 2021 (qui trovate tutte le informazioni). “Nella scelta del gestore e nell’affidamento della custodia del rifugio – si legge nell’avviso – la sezione tiene conto della sua conoscenza dei luoghi, della condivisione dei valori propri del CAI, della capacità tecnica di adempiere al suo compito e di assumersi la responsabilità di titolare del presidio del territorio alpino che il rifugio rappresenta”.
La storia racconta che già Paul Grohmann, alpinista viennese e pioniere dell’esplorazione delle Dolomiti (è anche il “padre” delle Tre Cime di Lavaredo), lo decantava nella sua opera “Wanderungen in den Dolomiten” del 1877: “Un mare di montagne è davanti a noi, e sarebbe inutile volerle elencare o descrivere. Soltanto la macchina fotografica potrebbe fissare le nostre impressioni”. Il rifugio nacque nel 1883, grazie alla donazione dell’escursionista sassone, il colonnello Richard von Meerheimb: per questo motivo il primo nome fu “Sachsendankhütte” (rifugio della gratitudine sassone). Inaugurato l’11 agosto di quello stesso anno, il piccolo manufatto di appena una dozzina di metri quadrati era il primo rifugio delle Dolomiti d’Ampezzo. Quasi distrutto durante la Prima guerra mondiale dell’artiglieria austro-tedesca, venne ricostruito nel 1929; il 3 agosto del 1930 fu infine inaugurato il rifugio Nuvolau. Mansueto Siorpaes e la moglie salirono lassù nel 1973. Sono rimasti qui, insieme ai tre figli, per quasi mezzo secolo.
Il rifugio è aperto solo d’estate (generalmente da metà giugno a fine settembre). Ha 26 posti letto divisi in quattro camere e una camerata. L’accesso più comodo, scrive il CAI di Cortina, parte dal Rifugio Cinque Torri, sotto la Torre Grande d’Averau, oppure dal Rifugio Scoiattoli, a mezz’ora da questo, e sale per sentiero fino a Forcella Nuvolao e poi in vetta, in circa un’ora e mezza. Due belle ma più impegnative possibilità di accesso avvengono dal Passo Giau, per sentiero normale oppure per il sentiero attrezzato della Gusèla, in due ore.
Elmar Burchia