"Tutto fermo": il Plan de Corones come non si era mai visto nelle foto di Leonhard Angerer
Al momento tutti i segnali portano a pensare che l’apertura degli impianti di risalita subirà nuovamente un rinvio: l’ennesima fumata nera, verrebbe da dire, in una stagione mai così bianca e ricca di neve. Gli indici di contagio, infatti, sono ancora troppo negativi per poter pensare a sciare. Agli operatori del settore, che in realtà si dicono pronti all’apertura sin dallo scorso novembre, fa dunque male al cuore vedere piste impeccabili e impianti fermi.
Proprio questa situazione di stand-by è stata catturata dal fotografo di Bressanone Leonhard Angerer. Che si è avventurato sul Plan de Corones per documentare l’inquietante bellezza delle ovovie e delle seggiovie ferme in mezzo a scenari invernali da cartolina. Ma anche delle terrazze dei rifugi, vuote ma piene di neve fresca.
La sua serie di scatti “Südtiroler Landschaft im zweiten Lockdown 2021“ (paesaggio altoatesino durante il secondo lockdown) ha già riscosso una grande eco.
Negli anni scorsi, proprio nei giorni dopo Natale, le piste del Plan de Corones (ma non solo quelle) venivano prese d’assalto da sciatori di ogni nazionalità. Oggi, come documentano le istantanee di Angerer, qui è tutto fermo, c’è solo silenzio.
A gennaio 2020, ossia prima dello scoppio della pandemia causata dal virus della Covid-19 che ha costretto i comprensori a chiudere a marzo, su questi impianti salivano decine di migliaia di persone ogni ora.
Il fotografo di Bressanone Leonhard Angerer, classe 1953, ha esposto e pubblicato le sue opere sia in Italia che all’estero. È membro del Südtiroler Künstlerbund, l’associazione di artisti altoatesina, e con la sua fotocamera esplora da oltre vent’anni anni i comprensori sciistici dell’Alto Adige e del Tirolo. Evita le funivie, preferendo salire a piedi fino in cima e con l’attrezzatura in spalla. Architettura, paesaggi e vita sociale sono i tre argomenti più ricorrenti.
“Il paesaggio è sempre stato il soggetto più importante per me. Nessun altro argomento mi affascina come le Alpi” spiega il fotografo. Che sottolinea:
“Da altoatesino mi trovo le montagne davanti a casa e dietro casa. E a volte un orizzonte limitato. Se invece vivessi al mare, sarebbe il mare”.
“Le vedute alpine – quelle solenni e romantiche – mi interessano meno, anche se le apprezzo. La mia preoccupazione è quella di documentare il cambiamento della montagna. Catturo l’interazione tra tecnologia, attività ricreative e montagna, così come gli effetti del cambiamento climatico. Per lo più si tratta di paesaggi innevati; la neve è anche un motivo ricorrente nei miei sogni. Per questa serie di fotografie sono andato sull’Olimpo dell’Alto Adige, come sempre a gennaio, il Plan de Corones. Da qui seguo come si sviluppa il turismo di massa. Quest’anno mi sono trovato dinanzi ad un quadro completamente nuovo. Tuttavia, nonostante le critiche al turismo di massa, sarebbe cinico rallegrarsi del fatto che tutto si sia dovuto fermare”.
Qui la pagina Instagram di Leonhard e qui il suo sito internet
(Tutte le foto dell’articolo sono di Leonhard Angerer)
Elmar Burchia