Vacanze in Ciociaria, l'altra faccia dell'estate
In questa estate post covid, in cui si prediligono viaggi di prossimità, non poteva mancare un itinerario delle vacanze in Ciociaria. Chiariamo subito una cosa: la Ciociaria, nonostante si pensi il contrario, ha dei limiti geografici ben definiti. Anche se una descrizione geoantropica della Ciociaria che risolva il problema dei suoi confini e delle sue peculiarità etniche non è mai stata fornita, parliamo di un territorio all’interno della provincia di Frosinone. Il nome deriva da cioce: tipiche calzature indossate da contadini e pastori. Iniziamo il nostro viaggio partendo da Roma e andando verso Sud.
Anagni, lo ‘schiaffo’ e non solo
E’ l’avamposto ciociaro sulla A1, subito dopo Roma. Anagni è conosciuta nella storia poiché fu la città in cui vissero quattro papi tra cui Bonifacio VIII. A lui è legato un aneddoto che viene ricordato come ‘lo schiaffo di Anagni’. Il re francese Filippo il Bello inviò ad Anagni due suoi rappresentanti per convincere il Papa a non applicare la scomunica contro se stesso. I due delegati assediarono il Pontefice per due giorni nel suo palazzo. Gli abitanti di Anagni, però reagirono e liberarono il Papa.
Nel piccolo borgo ci sono varie cose da vedere, immerse in un’avvolgente atmosfera dal sapore antico. Cominciamo dalla Cattedrale. Risale alla fine del 1000, col suo stile romanico cui si è aggiunto quello gotico. Interessante è anche il Palazzo della Regione, che unisce due edifici tramite un bel portico di otto arcate in pietra molto suggestivo. Sulle due facciate ci sono gli stemmi delle famiglie importanti anagnine – Caetani, Orsini, Della Rovere – e gli stemmi della città: il più antico è un leone sormontato da un’aquila, mentre dal ‘500 vengono aggiunte 4 chiavi a simboleggiare i 4 Papi.
Vacanze in Ciociaria, ecco Casamari
Dopo una quarantina di chilometri verso Sud, uscendo a Ferentino sulla A1, si incontra Casamari con la sua famosa abbazia cistercense. Si staglia, imponente e solitaria, a ridosso di una collina rocciosa delimitata dal torrente Amaseno, che anticamente segnava il confine tra gli Ernici e i Volsci.
Fu eretta sulle rovine dell’antico municipio romano di Cereatae Marianae (di cui è ancora visibile l’acquedotto che lo serviva), così denominato in onore della dea Cerere, cui il luogo era consacrato, e del valoroso generale romano, Caio Mario, che qui nacque e trascorse i primi anni della sua giovinezza; a lui si deve anche l’attuale denominazione di Casamari ‘casa di Mario‘.
Attraverso il Chiostro quadrato, centro della vita monastica, si raggiunge il Refettorio con le possenti colonne cilindriche, e la magnifica Sala Capitolare, severa e lineare con le sue tre navate e la volta a costoloni, vero tesoro architettonico che conferma la fama di capolavoro gotico-cistercense . Ma l’abbazia è famosa anche per l’attività galenica dei suoi monaci e per la sua antica Farmacia, nata nel 1761.
Boville e l’Angelo di Giotto
A sette chilometri da Casamari incontriamo Boville Ernica che ha nell’Angelo di Giotto il suo simbolo. Il suo nome deriva dall’antico culto del dio Bove, testimoniato da alcuni ritrovamenti archeologici di statuette votive raffiguranti un bue. Il borgo è ancora oggi racchiuso tra le antiche torri difensive, in tutto 18, attorno alle quali è possibile fare una passeggiata con vista sul paesaggio delle colline ciociare.
All’interno del centro storico si possono ammirare i palazzi rinascimentali appartenuti a famiglie gentilizze e delle bellissime chiese. Nella piazza principale, piazza Sant’Angelo sorge la chiesa omonima. L’altra piazza importante è quella di San Pietro, che forma il cortile del castello. Qui si trova un portale rinascimentale e la chiesetta di San Pietro Ispano di origine romanica, in cui si conservano un sarcofago paleocristiano, due reliquiari del Santo e di Santa Lucia, la cappella gentilizia Simoncelli, un bassorilievo del Sansovino e un eccezionale mosaico di Giotto.
Si tratta di un frammento estrapolato dal famoso mosaico della Navicella disegnato da Giotto per l’atrio della vecchia basilica Vaticana. L’opera raffigura è composta da un tondo dal diametro di 70 centimetri in cui campeggia un Angelo a mezzo busto.
Arpino
A trenta chilometri da Boville incontriamo un’altra perla della Ciociaria: Arpino, nota al mondo per aver dato i natali a Cicerone. Paese dalle mitiche origini saturnie, è stata importantissima città fortificata dei volsci, dei sanniti e dei romani.
Lo testimoniano le imponenti mura megalitiche, dette anche ciclopiche per la grandezza dei massi con cui sono costruite. In esse si apre una originale porta a sesto acuto, unica del genere in Europa.
Arpino si snoda in due punti fondamnetali: la parte del paese e il colle dove sorgono le rovine della Civitas Vetus o Civitavecchia. Completamente recuperato, l’antico borgo di Civita Vecchia ci offre una bellissima istantanea di un tipico esempio di fortificazione volsca.
L’elemento architettonico più significativo del passaggio dei Volsci su questo colle, oltre alle mura poligonali, è rappresentato dal bellissimo arco a sesto acuto all’ingresso della cittadella. Alto 4,2 metri, è formato dalla sovrapposizione di diversi blocchi di pietra che vanno restringendosi verso l’alto conferendogli quella tipica forma. La costruzione più evidente di Civita Vecchia è la grande torre medievale a base quadrata denominata Torre di Cicerone che troviamo isolata nel punto più elevato dell’acropoli.
Isola del Liri, il salotto della Ciociaria
Vale sicuramente fare un salto a Isola del Liri, a circa 6 chilometri da Arpino, definita il ‘salotto della ciociaria‘. Il suo centro è attraversato da una cascata. Il comune sorge all’interno di una piccola isola formata dal fiume Liri, nel tratto in cui si biforca in due bracci che formano due splendide cascate: la Cascata Grande e la Cascata del Valcatoio. La Cascata Grande con il suo salto di 27 metri ha conquistato il primato di cascata più alta d’Europa in un centro cittadino.
Montecassino
Finiamo il nostro tour della Ciociaria a Montecassino. Qui a fare da padrona è l’Abbazia benedettina, una delle più famose in Italia e sicuramente in monastero più antico dello stivale. Fu fondata nel 529 da San Benedetto da Norcia, sulla base di una preesistente fortificazione romana. Il monastero fu costruito sul monte Cairo, a 519 metri sul livello del mare, per accogliere Benedetto e gli altri monaci provenienti da Subiaco. Qui scrisse la storica Regola, con alla base i voti di castità, povertà, obbedienza e l’obbligo del lavoro. Da allora il motto ora et labora è il principio su cui si fonda il monachesimo benedettino. La Basilicaè stata ricostruita interamente nel dopoguerra secondo le linee architettoniche e decorative sei-settecentesche, fu consacrata nel 1964 da Papa Paolo VI.
Il nostro tour in Ciociaria è terminato. Ma se avete ancora tempo e voglia di scoprire un’Italia inedita e di prossimità vi portiamo in Molise alla scoperta di borghi e storia oppure nelle spiagge più belle. E allora buon viaggio!
Denise Faticante