Viaggi post covid, la solitudine non fa più paura
Viaggi post covid, si cambia. L’emergenza Coronavirus ha cambiato le abitudini degli italiani quando si tratta di scegliere la compagnia di viaggio. Prima del Covid i nostri connazionali concepivano la vacanza quasi esclusivamente come un’esperienza da fare in compagnia, ma la recente emergenza ha spinto gli abitanti del Bel Paese a considerare il viaggio in solitaria allettante alla stregua di quello insieme. Questo è quanto rilevato da un sondaggio di eDreams, tra le agenzie di viaggi online leader in Europa.
Viaggi post covid: i più solitari nel Regno Unito
Anche a livello europeo, si è avvertita una maggiore propensione a considerare il viaggio da soli un’alternativa altrettanto degna rispetto al viaggiare accompagnati, portando alcuni Paesi addirittura a preferirlo. E’ il caso ad esempio del Regno Unito, con il 48% delle preferenze a favore, e del Portogallo, con il 46%.In generale, i più indipendenti prima del Covid erano invece i viaggiatori degli Stati Uniti: il 24% di loro accettava infatti di buon grado una vacanza di questo tipo. Partire per conto proprio è un’abitudine che consente, secondo il 51% degli intervistati a stelle e strisce, di conoscere gente nuova.
Americani i più socievoli
Gli americani si confermano infatti, insieme ai portoghesi, i più socievoli e generosi, dato che dedicherebbero questo viaggio soprattutto a fare volontariato, mentre la maggior parte degli altri Paesi sceglierebbe una meta culturale. Gli svedesi, invece, farebbero più volentieri la valigia per godersi da soli un break in spiaggia, a tutto relax. A metà si collocano i nostri connazionali più solitari, che prediligono soprattutto destinazioni che conciliano mare e sapere (Catania e Palermo le mete top).
Portoghesi campioni di pianificazione
Inaspettato poi il podio dell’organizzazione: al primo posto i portoghesi che, campioni di pianificazione del viaggio in solitaria, nel 36% dei casi dichiarano che è l’aspetto più importante per chi sceglie di partire senza compagni. Al secondo, di pochissimo, si piazzano gli spagnoli (35%), seguiti dagli italiani al terzo (31%). Lontani invece i tedeschi, con solo il 17% che vi presta particolare attenzione. Stringendo lo zoom sull’Italia, se prima nel nostro Paese vinceva sicuramente la vacanza in compagnia con l’80% delle preferenze, oggi gli italiani sono indecisi tra la vacanza da soli (40%) e quella condivisa con qualcuno (39%). In particolare, il 48% degli uomini vede in un viaggio di questo tipo soprattutto la possibilità di muoversi liberamente e il 33% di conoscere gente nuova.
Viaggi post covid, il mondo delle donne
L’altra metà del cielo, invece, coglierebbe l’occasione di una vacanza da sola più per conoscere meglio sé stessa (33%), oppure anche solo per sperimentare (28%). Da sottolineare che le italiane sono più attente alla sicurezza rispetto alla media globale e meno inclini degli uomini a valutare questo tipo di esperienza in fascia 18/24 anni. All’estero, invece, le ragazze hanno già compiuto il sorpasso, e scelgono di viaggiare da sole subito dopo l’adolescenza anche più spesso dei coetanei. Abbasso i cliché: diciottenni che vogliono conoscere sé stessi, cinquantenni in cerca di gente nuova. Continuando ad analizzare il confronto per età, emergono diverse tendenze che distinguono gli italiani dagli altri intervistati.
La generazione Z parte in solitaria
La generazione Z (18/24 anni) italiana, infatti, è più invogliata a partire in solitaria per conoscere sé stessa (47%, contro una media globale del 42%) e per una destinazione culturale. Si dimostra anche più responsabile rispetto alle altre generazioni di connazionali: i ragazzi di quest’età sono i primi a mettere la sicurezza e la pianificazione in cima alla lista delle priorità per un’esperienza di questo tipo, superando inoltre la media globale. I loro coetanei all’estero, invece, sono più amanti della libertà, ma mediamente più altruisti: il 45% dedicherebbe questo viaggio al volontariato, rispetto al 35% dei nostri giovanissimi.
I millennians sono i più scansonati
Più scanzonati, in generale, i millennial: se gli italiani tra i 25 e i 34 anni vogliono soprattutto godersi la libertà e spostarsi senza vincoli, a livello globale da un viaggio in solitaria a quest’età si cercano soprattutto nuovi incontri. Con la maturità (tra i 45 e i 54 anni), mentre i viaggiatori del Bel Paese diventano più estroversi (il 33% parte senza compagni di viaggio per stringere nuove amicizie, rispetto al 28% della media globale), le altre nazionalità puntano soprattutto a godersi il relax, se possibile in riva al mare.
Il primo viaggio da soli? In UK i più precoci (il 18% lo pianifica tra i 18 e i 24 anni), i più tardivi sono invece gli svedesi: solo l’11% di loro coltiva questo progetto da giovane, mentre con l’età si appassionano al trend e sono quelli che partono da soli più volentieri dopo i 55 anni.