Stendino assassino al collo di una nazione
Se c’è una cosa tipicamente inglese, più del tè o della regina stessi, questa è l’ammiccamento sornione dei titoli giornalistici. Una studentessa subisce il feroce attacco e per mezz’ora lotta disperatamente contro uno stendino che gli si è misteriosamentte avvinghiato al collo, rischiando di ucciderla, e il The Sun riporta notizia e gustose foto titolando: ‘I could have dried’, salace gioco di parole tra ‘avrei potuto morire’ e ‘avrei potuto asciugarmi’. Mi torna pure alla mente la morte dell’inventore del Bancomat, ricordata dal Metro con l’epitaffio: ‘da un buco nel muro, a un buco per terra’, e così credo di intravedere della sottile ironia, di quella per intenditori, quando leggo in prima pagina che il non troppo amato David Cameron promette di spendere un miliardo di sterline al fine di creare per i giovani britannici – udite, udite – un milione di posti di lavoro. Mmm… promesse… un milione di posti di lavoro… esatto!
Eccomi dunque ancora una volta a parlare di due delle cose che più odio al mondo: il lavoro ed i giovani, e provvidenza divina non posso trovare metafora migliore per questa nuova generazione inglese che la tizia strangolata dallo stendino, indecisa tra le lacrime ed il pianto, tra coinquilini allibiti, sgomenti, divertiti, quel che sia, ma comunque immancabilmente pronti a postare il tutto su youtube. Ti dirò la verità, il video non ho avuto il cuore di guardarlo, e tanto ho trovato crudele la freddezza con cui qualcuno se n’è stato lì impalato a riprendere la gioventù stupefatta mentre le proprie speranze soffocano. Ci sarebbe di che ricordare i disordini dello scorso agosto, analizzarne cause, dinamiche e conseguenze, ma non ne ho voglia e soprattutto bisogna guardare avanti, al sole dell’avvenire splendidamente dipinto sulla tela sociale del Regno Unito dai nuovi provvedimenti governativi. Non ci sarà più ombra in cui nascondersi per i Neet (Not in Education, Employent, or Training), quando radiosi arriveranno i contributi statali alle aziende, che copriranno il cinquanta per cento dei costi di assunzione e retribuzione per le nuove giovani leve. Se non sei uso a parlar per immagini, in parole povere metà stipendio ai pivelli che vorranno soffiarmi il posto glielo pagherò io con le mie tasse, ed è cosa che fa sempre piacere. Sì, perchè a me ottuso opportunista dall’attenzione rivolta esclusivamente al proprio piccolo e figurato giardino di questo ‘scioccante spreco di giovane talento e abilità’ non ne fregherebbe un bel niente, anzi, ti dirò di più: mi farebbe pure comodo, se non sapessi che ai pivelli in questione sto già pagando il sussidio di disoccupazione. Tsk, ragazzini, se ne stanno a giocare coi loro trabiccoli, a fare i filmatini col cellulare, loro, altro che: a lavorare – scuoto il capo salendo sul mio figurato SUV.
Davide Miozzi