Tunisi al voto: la primavera araba alla prova delle urne
Temperatura primaverile, sole ed una brezza a far sventolare le bandiere rosse appese in tutta la città. Per la Tunisia oggi è la vigilia della rinascita.
Dopo l’ennesima mattinata passata al “centre d’accreditation” nel tentativo di recuperare il mio accredito, desisto e decido di farmi fare un semplice permesso con il quale, salvo imprevisti, domani potrò fotografare la rinascita di questo Paese.
“Tutti si lamentano e ci dicono che non sappiamo gestire la situazione. – mi dice uno dei pochi responsabili all’ufficio accrediti – Effettivamente forse non siamo in grado di gestire la situazione, per noi è la prima volta”. E’ la prima volta veramente, il primo voto libero, la prima volta che la Tunisia può decidere liberamente sul proprio futuro.
Dopo 23 anni è quasi incredibile che domani si voti. Come quando un bambino dopo 364 giorni realizza che il giorno dopo sarà Natale ecco così è la Tunisia oggi, incredula ma convinta che domani sarà un grande giorno. In giro per i quartieri della capitale tutto è come al solito, ma la gente da qualche mese è tornata a sorridere, e questo è bene.
Nei bar gli uomini hanno smesso di parlare solo di sport e, anche se non capisco l’arabo, basta un tg per iniziare a discutere del futuro del Paese. Non so cosa succederà domani e non so nemmeno se la Tunisia raccoglierà la sfida democratica. Le difficoltà sono soprattutto nelle zone più povere del Paese dove anche la più grande delle rivoluzioni si deve scontrare con usi e costumi centenari. Mi riferisco soprattutto alla questione femminile.
Più di 20 anni fa, sotto la presidenza Bourghiba, la donna ha ricevuto formalmente tutti i diritti per essere alla pari dell’uomo. Nel 2011 è giunto il momento che la legge si trasformi in pratica e questo necessita prima di tutto un cambiamento culturale che non sempre è frutto solamente di una rivoluzione.
Queste sono le incognite con le quali domani la Tunisia si affaccia al voto e con la responsabilità di dare, ancora una volta, l’esempio che cambiare è possibile. Come sta scritto sulla cartellina del press-kit, domani “la Tunisie vote”.
Alessandro Rampazzo