Magyar
Dove un tempo dalle steppe
dell’Asia partirono gli Ungari, scorrerie finniche
accasarsi alle falde degli Urali i monti
dalla cintura la sua tomba di pietra;
priva di sbocchi sul mare, sommessi i rilievi
lo spago del Danubio, dal Kékes bluastro
cielo si riflette il Balaton, cerchio
di mare dalla dolce acqua fertile
la Pannonica pianura.
II
Da Onogur dieci frecce o tribù
o le patrie dinastie di una Siberia
assorta oggi ancora bella e dormiente.
Da guarnigioni abuso natio e crudele…
battaglie del Trianon quel trattato
lo sfacelo antico del Regno d’Ungheria,
dissoluzione del passato: la mano del Papa
francese incoronando con le preziose pietre
luce d’un perdono di fertile dialettica,
re Stefano e la sua corona d’oro, un tempo forse,
nel nostro Vaticano.
III
Semi-nomade tribù che alla guerra assomigli
agli Unni e guerreggiare multietniche
le armi in un palmo di mano, ancora attive,
che da Jugra col Peciora scorre
sguardo fanale di ghiaccio negli occhi
vasta zona di lineamenti caldi,
voci agglutinanti così i morfemi
i due mitici fratelli: Hunor e Magor,
leggenda gli antenati balli e di canzoni,
le immense Gesta Hungarorum!
Fabio Strinati
strinati.fabio@tiscali.it
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Title | Contract Sealed with Blood |