Borghi e pellicole, come riscoprire i colli euganei attraverso il cinema
Può il cinema contribuire alla riscoperta di un territorio? Euganea Film Festival crede di sì. Per questo da quindici anni durante le prime tre settimane di luglio anima i borghi più belli dei colli euganei con cortometraggi documentari e film d’animazione. Euganea Film Festival è un’iniziativa dell’associazione culturale Euganea Movie Movement, nata nel 2005 a Monselice (Padova) per valorizzare i 15 comuni a sud di Padova, territorio in cui vivono circa 80mila persone e che, pur subendo il fascino della città, troppo spesso si colloca nelle periferie della vita culturale e sociale, perché mancano gli spazi di aggregazione e promozione culturale. Ecco allora che l’imprenditoria culturale, se fino a pochi anni fa veniva guardata con diffidenza, ora acquisisce un’importanza decisiva non solo per la formazione dei cittadini, ma anche per la vita economica del territorio.
«Euganea Film Festival torna un po’ alle origini, quando il cinema andava a cercare gli spettatori – racconta il direttore Marco Trevisan, che il 10 ottobre ha partecipato a Bolzano a WS Explora, ciclo di workshop sull’innovazione culturale in Alto Adige. – Questo tipo di intrattenimento nella provincia non esiste più, per cui è necessario ripensare alla sala cinematografica e far fruire il pubblico di pellicole diverse, che non hanno distribuzione, e che oltre a questo quando vengono proiettate valorizzano gli spazi del territorio». Ma guai a considerare Euganea Film Festival cinema di nicchia. « Noi vediamo il 35% del cinema prodotto, tutto il resto non viene distribuito, ma questo non significa che sia cinema d’élite – continua Trevisan –. Il nostro pubblico è più adulto della media, perché riteniamo che il cinema di oggi richieda una preparazione diversa rispetto a qualche anno fa. Ma quello che si vedrà da noi è qualcosa che non si vede mai, perché vogliamo modificare il rapporto con l’audiovisivo».
Euganea Film è un festival itinerante: c’è un bando di concorso che sceglie 60 film su 1.600 e li proietta in uno dei 15 comuni euganei, permettendo così al pubblico di scoprire luoghi del territorio conosciuti solo di vista ma mai fruiti personalmente. Da uno studio di Ciset sulla relazione tra contribuzione economica della regione Veneto e ricaduta del festival sul territorio emerge che l’investimento ritorna moltiplicato per 6, grazie agli ospiti che vengono da lontano e mangiano e dormono sul territorio. Marco Trevisan propone quindi una lettura diversa dell’incontro tra cultura e imprenditoria: «Fino a 5-6 anni fa tutta la proposta culturale si appoggiava sul finanziamento pubblico. Ora si è scelto di percorrere strade diverse, e in questo l’associazione ha fatto un percorso lungo di maturazione. Si è passati insomma dall’idea di finanziamento pubblico a quella di accompagnamento del pubblico attraverso il finanziamento privato». Coinvolgere, ad esempio, le fondazioni bancarie, significa non solo preoccuparsi degli aspetti economici, ma ripensare l’intera proposta culturale. Dare visibilità al finanziatore e al contempo essere utile al pubblico sono gli ingredienti per assaporare un modo nuovo di andare al cinema.