Generazione sfruttata (e prospettive future): il dissanguamento del Paese
Sto vedendo la puntata di Presa Diretta dedicata ai giovani precari su YouTube. Generazione sfruttata è un bello spaccato del disastro italiano, del motivo che ha spinto tanti miei coetanei a scappare. E costringe quelli che restano – compresi tantissimi giornalisti – a lottare ogni giorno per farsi pagare in modo dignitoso. Tanti di loro, dall’estero e dall’Italia, scrivono su questo sito. Ma non è il solo motivo per cui Generazione sfruttata intreccia A nord est di che…, la sua filosofia e parte della sua storia. Tra le persone intervistate da Iacona infatti c’è anche Caterina Da Lisca, protagonista di un capitolo del mio libro*. E c’è Claudia Cucchiarato (nello spezzone qui sotto) collega che vive e lavora a Barcellona e che per il mio libro ha scritto una bellissima prefazione, “le ragioni dell’addio”. Claudia Cucchiarato coglie il nocciolo del problema: che parte dei giovani vadano all’estero è normale, anche dalla Spagna tanti giovani partono, ma nessuno di loro sceglie l’Italia come meta. Il problema è il saldo negativo di forze giovani e di cervelli, il problema è il lento e inarrestabile dissanguamento di un Paese che sta perdendo un’intera generazione. Una generazione di giovani che giovani già più non sono: che sta facendo figli, che non ha nessuna intenzione di tornare.
Ma dovrebbero? …Il dibattito è aperto. Le cose non sono cambiate, e non stanno cambiando. Pero’ intanto si inizia, con molta fatica, a parlarne in modo diffuso.
Le previsioni di assunzione di giovani under 3o, pubblicate recentemente da Datagiovani, qualche indicazione (non troppo positiva) la danno: per il 2011 infatti sono in crescita, ma solo nel Nord Italia. Qualcosa come 208mila nuovi assunti. Le figure più ricercate: commessi, contabili, camerieri e personale di segreteria. Per meno di 4 ragazzi su 10 sia prevista una assunzione a tempo indeterminato. Poco meno di un quarto delle assunzioni previste per i giovani (circa 50 mila) è rappresentato da professioni “high skilled”, ovvero dirigenziali, di elevata specializzazione o tecniche.
La crescita pero non è distribuita su tutto il territorio nazionale, ma è localizzata nel Nord Italia, con una crescita di previsioni di assunzione del 22% a Nordovest e dell’11% a Nordest. Nel Centro la flessione è leggera, mentre al Sud la situazione appare preoccupante, con una diminuzione dell’8% delle previsioni rispetto al 2010.