Vicenza, la Cgil entra nelle basi americane. Ma la guerra fredda non è ancora finita
La guerra fredda non è ancora finita, ufficialmente, a Vicenza. Sono state consegnate le prima 30 tessere della Cgil ad altrettanti connazionali che lavorano in basi e installazioni militari americane. Trenta su circa 4.000 lavoratori, ma intanto è già un inizio. Un’esclusione che dura dagli anni ’50, da alcuni accordi bilaterali firmati da Italia e Stati Uniti: di fatto nelle basi americane hanno operato, firmato contratti collettivi, solo Cisl e Uil. Dopo quasi settant’anni, cade questo pezzo di muro di Berlino in salsa berica.
Una vicenda che ricorda un po’ quella di Hiroo Onoda, il soldato giapponese che non sentì, o non volle credere, l’annuncio della resa nel 1945 e per lunghi 29 anni visse nella foresta, a fare azioni di guerriglia contro i filippini. Sono nel 1974 uscì dalla giungla: dovettero chiamare il suo, ormai vecchissimo, ufficiale capo per stanarlo e convincerlo che la guerra era finita davvero, 29 anni prima.
«Un segnale che anche a Vicenza tra i lavoratori del personale civile non-statunitense cresce l’interesse verso la libertà di associazione sindacale all’interno delle Basi – spiega Alessio Odoni segretario generale della Filcams Cgil di Vicenza – si tratta di un altro traguardo importante, a cui si arriva, dopo anni di battaglie e tanto impegno da parte di tutti».
Ma c’è ancora strada da percorrere: nel contratto nazionale che definisce le normative per il personale civile non-statunitense delle Forze Armate U.S.A. in Italia (Lavoratori Basi Usa) è disposto che “i comandi intrattengono rapporti sindacali con Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil”, escludendo quindi la Cgil. Dopo l’iniziativa dei lavoratori della Base Usa di Sigonella, si è arrivati alla costituzione di coordinamento nazionale, al quale hanno partecipato anche lavoratori delle Basi di Vicenza. Ora si è in attesa che lo sviluppo del dialogo già aperto tra CGIL, Governo Italiano ed Ambasciata USA, consenta l’accreditamento della Filcams col datore di lavoro. Piccoli muri cadono.