Arriva la prima newsletter di Univeneto. E speriamo che sia anche l'ultima

Da super-università a topolino,  Univeneto – il coordinamento dell’offerta formativa tra le università di Padova, Verona, Ca’ Foscari e Iuav – si è palesata ieri nelle caselle mail di mezzo Veneto. La newsletter n.1 di maggio 2015 –  non male per una fondazione nata nel 2011, per l’esattezza il 2 novembre (un giorno che la dice lunga, sa quasi di presagio) – è un capolavoro da manuale Cencelli: i Master di Ca’ Foscari per Venezia; la Carta dei Servizi del Sistema Bibliotecario di Ateneo per l’Università di Padova; il Bando Joint Projects dell’Università di Verona; la giornata di Porte Aperte allo Iuav (le maiuscole sono originali…). E poi una citazione per Confindustria e il Miur. Di sei notizie neanche una che sia riferita a un’iniziativa comune tra gli atenei. Perché? Perché non ce ne sono e non ce ne saranno.

univenetogiustaQualcuno farà l’errore di pensare che sia un primo passo, che qualcosa si muove, che sia un segnale positivo verso la costruzione delle magnifiche sorti e progressive dell’Universtià. Noi speriamo che questa prima newsletter sia anche l’ultima. Con Univeneto il Veneto non va da nessuna parte. Abbiamo bisogno di un ateneo che si collochi tra i primi 100 nei ranking mondiali, non di coordinamenti dove si mette una notizia a testa.  Chiamatelo Politecnico, chiamatela super-ingegneria, prenda l’iniziativa la Regione – se ha soldi da mettere sul tavolo – o Confindustria.  Per diventare attrattivi, servono visione, politica e fondi. Il resto – Univeneto su tutto, un contenitore sbagliato che bisogna chiudere il prima possibile – è solo inutile e fastidioso rumore di fondo.

Luca Barbieri

06/05/2015

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