Oslo Fakt: il mio ritorno in Norvegia
Jeg er tilbake. Dopo un periodo italiano più o meno volontario, sono tornata in Norvegia.
Non potevo certo ricominciare a Stavanger, la mia ultima città, né tanto meno tornare a Bergen. Il primo passo in Norvegia non si dimentica, è vero, ma bisogna spostare i piedi per andare avanti.
Così il 15 gennaio sono sbarcata in quella che tutti i norvegesi mi hanno descritto come una città caotica, trafficata, abitata da qualunque strano essere vi venga in mente, fredda e ostile: Oslo.
E’ proprio la capitale norvegese il soggetto di questa quinta puntata di vizi, vezzi e paranoie, in questo caso definibile: “Oslo fakta”, prime impressioni.
Passeggiando per le strade, capisco ciò che mi avevano detto a Bergen e a Stavanger: Oslo è più grande, le vie sono più ampie, c’è più traffico, ci sono più persone sui mezzi pubblici, tutto costa di più. E questo lo ripeto: tutto costa di più. Ma ci sono tanti parchi, l’acqua del fiordo forma davanti alla città un arcipelago di ben 40 isole, le montagne sono raggiungibili con la metropolitana ( che i locali chiamano T-bane) che fuori dalle vie centrali si snoda in superficie. Insomma, l’essenza norvegese mi sembra di vederla anche qui. Più celata, forse, ma non per questo assente.
OSLO FAKT 1: Ai norvegesi la capitale non piace. Troppo grande, troppo cemento, poca tradizione. La prossima settimana verrà inaugurata all’Istituto di Design una mostra fotografica che ironizza proprio su questo: “stakkars oss som bor i Oslo” (poveri noi che abitiamo a Oslo). Le autrici hanno collezionato una serie di scatti degli angoli più suggestivi dei vari quartieri e dei dintorni della città. Molti dei norvegesi che non amano la capitale, dicono loro, non la conoscono.
Oslo mi ha accolta con il tipico silenzio che ricordavo, potevo sentire il rumore delle rotelle dei miei trolley sul parquet dell’aeroporto. Intorno a me, una folla ordinata di persone provenienti da ogni parte del mondo: i turisti di passaggio si mescolano agli immigrati arrivati da poco in cerca di fortuna, simili ma diversi dalle seconde generazioni, quelli già nati qui a migliaia di chilometri dal paese dei propri genitori.
È a Oslo che approda la maggior parte della forza lavoro proveniente dall’estero, qui infatti si concentra la più ampia e diversificata offerta: dai camerieri agli ingegneri. La capitale è alla costante ricerca di personale.
OSLO FACT 2: I requisiti per l’assunzione si fanno sempre più severi: anche per lavori prima accessibili con un livello linguistico base, ora è necessario superare la norskprøve 3. Di cosa si tratta? Ne parleremo in un altro post!
Per ora non si può definire questo inverno nevoso: negativo per gli sciatori ma positivo per i giornali locali, che hanno un argomento fisso di cui parlare, con le sotto tematiche del vento e dell’infido ghiaccio che si forma con la neve sciolta.
OSLO FAKT 3: ai giornali norvegesi piace parlare del tempo. Aggiornamenti in tempo reale dei lettori sui siti web, cronaca oraria dell’evoluzione delle perturbazioni, gioia in prima pagina per le giornate tiepide e soleggiate. Qui a Oslo piace soprattutto la cronaca delle perturbazioni che avvengono altrove, nel Vestlandet.
Le strade trasformate in piste di pattinaggio sono un’immagine molto divertente, almeno per gli osservatori esterni. Gli incidenti comportati proprio dalla trasformazione del marciapiede in perfetto stile Frozen sono molto frequenti, soprattutto per chi non si attrezza con scarpe adatte e per chi si ostina a utilizzare la bicicletta. In poche ore ho assistito a due cadute spettacolari: la prima, una signora che calzava normali scarpe da ginnastica e intendeva fare uno scatto felino per raggiungere il bus in partenza. E’ partito, senza di lei. Il secondo capitombolo lo ha fatto invece un ciclista, che pedalava trasportando quattro grandi buste. Ha evitato il marciapiede, privo di ghiaccio, optando per una scorciatoia: uno spiazzo che luccicava al sole, uno specchio. Inutile dire che l’esperimento è durato pochi secondi, poi tutto è volato in aria. Un povero passante lo ha raggiunto pattinando in equilibrio precario per constatarne le condizioni.
OSLO FAKT 4: il Comune di Oslo ha cercato di ovviare al problema riscaldando alcuni tratti di marciapiede percorsi da molti pedoni. Suggerirei di applicare tale accorgimento anche alla collinetta su cui sorge il Palazzo Reale: una pendenza minima trasformata in una pericolosa trappola di ghiaccio, abbellita dalla poco utile ghiaia rossa che dovrebbe consentire di procedere in sicurezza. Scriverò al re: è ora di accendere il riscaldamento!