Tesisti: i 10 tipi che non vorresti mai incontrare

Ogni professore sogna di incontrare sulla sua strada un tesista appassionato del suo oggetto di studio, familiare con esso, critico verso sé stesso e verso di lui, originale ed autonomo. Più spesso, però, incontra personaggi che si possono, scherzosamente, racchiudere in queste 10 categorie (esattamente come fatto per i “tipi da congresso“):

1. Xerox: il genio del Ctrl c+Ctrl V, passa tutta la sua giornata fra Tesionline.it, studenti.it, scribd.com e simili. La sua frase tipica è “professore, mi scusi, non ho mai scritto una tesi e non sapevo che bisognasse citare l’autore”;

2. Superman: spesso è una variante di Xerox o un suo compagno di merende. La sua frase tipica è: “professore, lo so che mancano tre giorni alla consegna della tesi, ma lavoro giorno e notte e sono sicuro di riuscire a presentare la tesi finita per lunedì”;

3. Umberto Eco de no’artri: è sicuro che la logica aristotelica andrebbe riformata, che Wittgenstein in fondo non era andato troppo a fondo con il suo Trattato e così via. La sua frase tipica è: “professore, ma secondo lei un giudizio di tesi non è, di per sé, ontologicamente adipodittico?”. Poi 9 volte su 10, magari non ci ha capito niente. Era il mio più grande difetto, e a lungo lo è stato e lo è ancora.

4. Bruno Cortona (alias ‘il compagnone’): quando lo vedi per strada, a 100 metri ti corre incontro per offrirti un caffé. Ti parla delle sue vacanze, ti chiede delle tue, cita la tua pagina facebook poi ti prende sottobraccio e si permette di dirti: “Allora professò, sti 5 punti di tesi, me li assicura no?”;

5. principessina Sissy. Non ha mai vissuto una difficoltà nella vita. Pensa che il docente sia come il medico della mutua, disponibile 24h su 24.’ Una volta una studentessa mi chiese: “professore potrebbe ricevermi mezzora prima, che oggi mia madre ci teneva tanto che arrivassi presto per pranzo?”

6. Robocop o Vicky. Quello che gli dici fa, quello che non gli dici non fa. La sua frase tipica è: “professore ho finito quello che mi aveva dato da leggere, ora cosa devo fare?”;

7. Interlinea 2, Arial 14, margini 4 cm: non ha una particolare attenzione per gli alberi dell’Amazzonia. Scrive 50.000 caratteri e li distribuisce, magicamente, in 60 cartelle e poi ha anche il coraggio di chiederti: “professore, secondo lei ho scritto troppo?”;

8. Cartesio. Ha dubbi su tutto, e li traduce in centinaia di domande. Fino alla fine non è sicuro neanche della tesi che ha scelto, del professore che l’ha seguito, del corso di laurea a cui si è iscritto. La sua frase tipica è: “boh…non saprei, lei che dice?”;

9. Ulisse: ti chiede la tesi a febbraio e torna con la tesi completa a fine maggio, una settimana prima della consegna e pretende anche che gliela firmi. Una volta una tesista mi disse: “Mi scusi professore se sono mancata tutto questo tempo, ma mi sono rotta un braccio ballando in discoteca”…

10. l’opportunista. Alla fine forse è colpa nostra, o del modello di università nel quale viviamo. Ma quando un tesista ti chiede: “mi fa laureare, anche con 2 punti, tanto non mi importa di quello che scrivo, ho già un lavoro”, ti cadono veramente le braccia..

(11.) siamo per primi noi ad essere, spesso, del tutto inferiori alle aspettative degli studenti..come sempre, scherziamoci su

Vincenzo Romania

Tratto dal blog di Vincenzo Romania: vi consigliamo di darci un’occhiata.

Di Vincenzo Romania leggi anche: Attivista, amico o lecchino, che tipo da congresso sei?

Leggi il blog Roundabout

Articolo pubblicato il 20 settembre 2013

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