Weisshorn, il "Cervino" della Val Sarentino
Ecco un giro per chi non vuole rinunciare alla montagna anche nelle affollate domeniche d’agosto. Lontano dalle inflazionate (ma inconfutabilmente bellissime) Dolomiti, il Corno Bianco/Weisshorn (2.705 metri) della Val Sarentino offre un’escursione solitaria in un paesaggio lunare. Dal valico il monte si staglia come un corno (Horn) ardito ed elegante, che ricorda il Cervino della val d’Aosta, ragion per cui viene talvolta chiamato «il Cervino della Val Sarentina».
Si lascia l’auto a Passo Pennes, frequentato e panoramico valico a 2.215 metri di quota che collega la Val Sarentino a Vipiteno. Dopo un tratto in direzione ovest seguendo il sentiero 12a si incontra il laghetto Penser Joch, spesso frequentato da mandrie di cavalli. Tagliando il fianco est della Punta Rossa si procede per circa un’ora e mezzo fino a raggiungere due laghetti ai piedi del versante est del Corno.
Nell’ultimo tratto si procede con pendenza più significativa fino a raggiungere il Giogo delle Frane/Gröller Joch (2.557 metri), dove si incontrano mucchi di neve e uno splendido panorama sulla solitaria valle di Sopramonte. Dalla forcella alla cima si arriva in circa 30 minuti seguendo i segnavia su gradoni e roccette aiutati in alcuni tratti con funi di corda metallica e facendo molta attenzione a non far cadere sassi perché la roccia è molto friabile. I più esperti possono tranquillamente affrontare senza imbrago la via ferrata, tuttavia proprio a causa della possibile caduta di massi è consigliabile indossare comunque il casco. Dalla cima lo sguardo spazia a 360 gradi sulle vette circostanti, dal ghiacciaio della Marmolada allo Sciliar, al gruppo del Sassolungo verso sud-est, fino alle vette del confine nord come il Tribulaun, le Oetztaler Alpen e il ghiacciaio dello Stubai.
Scesi nuovamente Giogo delle Frane/Gröller Joch si può prolungare l’escursione fino a raggiungere anche la vetta antistante, il Mudatschspitze (2.581 metri) seguendo il sentiero 9 che scende ripido per circa 250 metri fino alla testa della valle di Sopramonte. Si risale dall’altro lato della valle per circa un’ora fino alla cima, prima su terreno franoso e detriti, poi per una ripida parete prima erbosa e poi rocciosa, che richiede una qualche dimestichezza con i rudimenti dell’arrampicata. Raggiunta la cresta, la si percorre per una trentina di metri fino all’ultimo ostacolo: alcuni gradoni di roccia a strapiombo, attrezzati con una poco rassicurante corda di nylon. Si scende e si risale alla forcella per la strada dell’andata, raggiungendo poi in un paio d’ore Passo Pennes. Tempo complessivo incluse pause: 6 ore.
Silvia Fabbi
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