Sindrome kazaka
Siamo un Paese a sovranità limitata. Da chiunque passi per strada. E in modo seriamente ridicolo, sminuiamo cose di una gravità pazzesca (non uso inaudita perché l’ha usata Napolitano) perché rischiano di mettere in pericolo la stabilità del governo. Una sindrome kazaka si sta impossessando della politica italiana: svendere la realtà oggettiva dei fatti alla realpolitik, luglio stagione dei saldi anche per le coscienze. Se ancora non vi siete fatti un’opinione sulla vicenda di Alma Shalabayeva e sua figlia leggete queste poche righe tratte dal Corriere della Sera di questa mattina:
“Il gabinetto del ministro dell’Interno seguì ogni fase dell’operazione kazaka. Tanto che la seconda irruzione del 29 maggio scorso nella villetta di Casal Palocco, dove si riteneva fosse nascosto Mukhtar Ablyazov, fu decisa nell’ufficio del prefetto Giuseppe Procaccini. E ordinata ai poliziotti direttamente dall’ambasciatore Andrian Yelemessov.
…la conferma arriva dal prefetto Gaetano Chiusolo, il capo della Direzione Centrale Anticrimine, che ricevette sul suo cellulare le disposizioni del diplomatico.
….Del resto i verbali confermano che tutti sapevano tutto e si sono messi a completa disposizione delle autorità kazake provando ad arrestare Ablyazov, nonostante si trattasse di un dissidente, e poi consegnando loro sua moglie e la sua bambina. È la stessa Scipioni ad ammettere che la signora «mi disse che suo marito era stato in prigione e molti loro amici erano stati uccisi dagli uomini del presidente». Forse questo sarebbe stato sufficiente per credere che Alma Shalabayeva era davvero in pericolo, come cercava di spiegare da due giorni”.
L’ambasciatore del Kazakistan dispone ordini ad agenti della polizia italiana direttamente dal gabinetto del ministero dell’Interno. Tutti sanno tutto. Tranne il ministro dell’Interno. Le alternative sono due: o il ministro dell’Interno sapeva e mente, o se non sapeva non governa il suo ministero e si ritrova circondato da funzionari che svendono la sovranità dell’Italia.
Cari Parlamentari che dovete affrontare questa vicenda, crediamo che sia vostro dovere andare fino in fondo senza aver paura di guardare la realtà negli occhi. Se siete convinti che salvare il governo Letta sia la priorità del Paese trovate il modo di scindere le due cose (la fantasia non manca) e salvare la vostra coscienza. Pretendiamo di avere la verità intera sulla vicenda e che qualcuno si assuma la responsabilità politica di questa follia. Altrimenti, l’ambasciatore della libera repubblica di Anordestdiche a Roma sale al Viminale, entra nell’ufficio di gabinetto del ministro dell’Interno e inizia a telefonare ad agenti a caso. Chiedendo l’espulsione di ministri degli interni a caso.
AND
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