Io amo Elisa Alessandro (l’amore ai tempi di Facebook)
Io amo Elisa Alessandro. Ovvero: Platonici contemporanei – sensi unici non alternati. Come funziona a volte l’amore su facebook. Una premessa che si risolve da sola. Un raccontino che ci riguarda a tutti un po’ per l’estate. di Gennifer Neri Pozzi (Barbara Fragogna).
PREMESSA
Io amo Elisa Alessandro ma Elisa Alessandro non ama me. Logico. Nemmeno me l’aspetto. Lei è una donna, come io sono una donna ma io sono una donna omosessuale e lei è una donna eterosessuale quindi non se ne può fare nulla, non ci si può neppure fissare e quindi siamo salvi. Quasi. Se non si trattasse qui, nel caso specifico che io, nonostante tutto, amo Elisa Alessandro.
Comunque dicevo, amo Elisa Alessandro senza speranza anche se non la conosco poi così bene. Beh, un po’ la conosco, fa l’attrice, è di Roma e al momento abita a Parigi (ma questo lo possono sapere tutti cercandola in internet). Ci conosciamo anche personalmente, non è una di quelle storie “totalmente” virtuali di facebook ma forse questa si, con tutti gli album fotografici, le foto di profilo, i costumi di scena, le dichiarazioni di stato, le preferenze, e i progetti per i prossimi viaggi, questa forse è proprio una storia di facebook. Però ci conosciamo personalmente e non si può dimenticare che io la amo (a 1.000 chilometri di distanza ma vicinissime nel web). Non vorrei dare l’idea comunque che io ed Elisa Alessandro siamo amiche nel senso “classico” della parola, la nostra è più che altro una relazione complicata fondata sull’accidentale avvenimento importante non reso ancora pubblico e condivisibile solo tra pochi contatti di una piccolissima tragedia emotiva che, tanto per non smentirsi, stava tutta nella mia testa.
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Per quanto riguarda luoghi, nomi e fatti tutto è vero come può essere vera una foto passata per photoshop con appena qualche ritocco. Il mio nome è di per sè uno pseudonimo, ci vorrebbe stomaco per dichiararsi ai quattro venti come persona lesbica, per il coming out ufficiale sto aspettando di raccogliere almeno 4.000 contatti così per fare un po’ più di scalpore (facebook stesso in questi giorni me ne ha aggiunti una quarantina random ma quelli non contano, deve essere un qualche trucco per controllarci, li ho già selezionati ed eliminati ed un certo Erkut l’ho addirittura bloccato), ma non è questa la piazza in cui polemizzare, sto solo scrivendo una nota da condividere sulle vostre bacheche in estate. Il nome di Elisa Alessandro invece è proprio il suo. Lei non ha nulla da temere, è una bella donna, bianca, eterosessuale e sicuramente diventerà un’attrice di fama o quantomeno glielo auguro, temo però che qualcuno, dopo la grandissima ondata di successo che darà a questo raccontino una pagina tutta sua con centinaia di pollici in su, in preda a torbidi eccessi di mitomania, le possa dare noia chiedendole di stringere un’amicizia più stretta ma penso che, avendo intrapreso la carriera di attrice, la mia eroina sia ben conscia delle conseguenze che la tal cosa comporta. Perché quindi amare Elisa Alessandro? Mah… sarà che mi è rimasto un debole leggermente più cliccato di tutti gli altri deboli che mi sono rimasti? Sarà che tra tutte, al momento è l’unica che mi fa associare al suo nome la brillante idea di un titolo d’effetto?
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E’ chiaro che ci sarà da specificare di che tipo di amore stiamo parlando. Ci sarà da discutere sul fatto che ti piaccia o meno questo elemento. La logica suggerirebbe che, trovandosi descritto in un post estivo, non possa essere altro che un amore leggero, un amore di passaggio, una storia temporanea, un blitz erogeno, una fantasia tropicale. Essendo poi una storia di facebook (che si rende ridicola solo a pronunciarla) di amore non si dovrebbe nemmeno parlare, lo si definirebbe amore virtuale e perché no? Quanti amori cosiddetti “reali” finiscono poi con l’essere del tutto virtuali? L’amore virtuale è pur sempre amore finché stimola emozioni e amare, oltre ad esser un verbo, parla di sentimento e di gusto, se non sbaglio… e poi non scordiamo la virtù nel virtuale che può anche essere virtuoso.
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Di che amore si tratta quindi? Quello per Elisa Alessandro può essere definito? Forse si, devo però descriverne i sintomi: l’amore in questione si attiva solo ed esclusivamente quando vedo una sua foto o leggo un suo commento, a volte questo amore si attiva quando qualcuno la nomina, è sufficiente leggere il suo nome perché questo amore prenda forma. Che amore può essere un amore lontano, senza contatto, senza bisogno, senza comunicazione, senza parole, un amore fatto di assenza? Un amore fatto di assenza. Che stia qui il punto? Che questo non è un amore ma che è un amore perché vive in un livello inesistente nella vita, non c’è confronto, non c’è scambio, non c’è rifiuto. IO amo Elisa Alessandro. Elisa Alessandro non ha la più pallida considerazione del mio sentire se non per quelle quattro parole che ci si scambia per coincidenza. Se Elisa Alessandro sapesse quello che sto scrivendo forse smetterebbe di comunicare con me, mi prenderebbe per una maniaca o per un’ossessiva solo perché, per 5 minuti al giorno, penso a lei? Probabile. (se per un lungo periodo lei o io non accedessimo al web è certo che me la scorderei per riaccoglierla fulmineamente al suo ritorno). Il cambio di prospettiva ci rende ossessivi? Che forse Elisa Alessandro non passi un po’ del suo tempo sulle bacheche altrui? Che forse noi stessi ci auto definiamo maniaci per senso di colpa o coda di paglia? Se Elisa Alessandro sapesse che vado per i quaranta la cosa mi renderebbe ancora più ridicola ai suoi occhi? Potrei quasi quasi pensare all’opzione di spedirle una richiesta che le permetta di aggiungermi al calendario dei suoi compleanni…
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La stranezza di questo amore comunque sta nel fatto che è un amore che non esiste eppure c’è. Elisa Alessandro stai tranquilla, non esiste. Eppure c’è. Ma non esiste. Da qualche parte, in qualche modo anche se solo in sporadici frammenti della mia giornata. A volte si e a volte no. Non è sorprendente che oggi, una dichiarazione d’amore, sebbene inesistente, venga presa con mala disposizione? Che l’essere amato non si senta più al centro ma che disdegni il pretendente come se gli avesse lanciato addosso una iettatura piuttosto che fiori? Ma Elisa Alessandro no, lei la prenderebbe bene, si sentirebbe al centro, Elisa Alessandro è pur sempre un’attrice. (nota: il “piuttosto che” in questo testo è usato con proprietà di linguaggio)
In effetti non è poi così strano che si trovi l’amore via facebook, come dice Claudia Di Giacomo (Claudia, sei stata nominata), una volta c’era la chat. E pure l’amore inesistente (ma esistente) e a senso unico è stato sufficientemente enfatizzato nel romanticismo (povero Werther, tanto per dirne uno di fittizio, povero Kleist, tanto per dirne uno in carne ed ossa). Ma non scordiamo, in tempi più recenti, Maria Callas. Divina. Sublime (appunto).
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In questa premessa per giunta è doveroso ripetere e sottolineare (come un post condiviso quotidianamente in una timeline a ribadire il concetto di modo che non scappi alla vista di nessuno dei miei contatti) che il mio amore di facebook non è del tutto ingiustificato e perché abbia senso devo far risalire lo stimolo alla sua origine. Ecco l’origine: circa tre anni fa ho visto per la prima volta Elisa Alessandro dal vivo in uno spettacolo teatrale (“Penelope in Groznyj” di Marco Calvani. Vedetelo se vi capita perché è fenomenale) e c’è stato un momento, mentre se ne stava lì inginocchiata a terra a guardare il pubblico per non so quanti minuti con uno sguardo orgoglioso ma in lacrime, degno ma vulnerabile. In quel lungo momento mi si è aperta una voragine tra il basso ventre e la gola, è quella sensazione che, nel mio caso, annuncia un disastro imminente, che sia un possibile infatuazione, che sia uno tsunami ormonale. Lì è cominciato tutto il niente. Poi la compagnia se n’è andata e abbiamo cominciato a comunicare attraverso il net, facebook appunto. Poi io, sola soletta responsabile irresponsabilmente delle mie azioni, ho realizzato la mia opera compulsiva: il patatrac (se ti interessa leggere il resoconto in forma poetica di quello che è successo clicca QUI perché, nonostante ci vergognamo pesantemente delle nostre azioni, noi del social network vogliamo condividere apertamente tutto con voi del social network che vi dimostrate voyeristicamente interessati). E poi non ci siamo più sentite per parecchio tempo, un anno e mezzo? Di più? (non eravamo più nemmeno connesse sul benedetto facebook perché, essendo caduta in disgrazia, l’avevo eliminata dagli amici).
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…due anni dopo …
Lo stato attuale del nostro rapporto è questo: – ci siamo riappacificate; – ogni tanto comunichiamo amabilmente con una frasetta, un “mi piace”, un saluto veloce; – siamo tornate ad essere amiche di facebook.
Ed è nel bel mezzo di questo status che mi è venuto in mente il titolo di questo raccontino: Io amo Elisa Alessandro.
Questa è una dichiarazione che non mi sarebbe mai passato per la mente di fare tre anni fa. Invece oggi, per via di alcune sporadiche notizie apprese da facebook (e bisogna pur considerare il fatto che la qui presente non passa il tempo spulciando pagine, la qui presente in effetti è un carattere di medio profilo, non sa nemmeno cosa siano le “applicazioni” ne come accedervi, non ha idea di come ci si possa barattare polli con fascine su farmville o come giocare ai giochi gicabili… per fortuna perchè la sottoscritta odia i giochi di società) dicevo che invece oggi sono pronta a rendere giustizia al personaggio Elisa Alessandro. Che logiche bizzarre costellano le nostre azioni, le nostre emozioni, i processi mentali.
Le contraddizioni. Posso dichiarare facilmente di amare Elisa Alessandro digitando le parole sullo schermo di un computer perché il ticchettio dei tasti suona vero ma non posso incontrare Elisa Alessandro e dirle: “ti amo” perché non sarebbe affatto vero. Elisa Alessandro, non ti amo. Ma io amo Elisa Alessandro. Perché e come? Potrebbe passare per la mente che sia una sporca faccenda legata alla sfera sessuale perché al giorno d’oggi tutto gira attorno al mitico orgasmo che toglie le voglie e che da delle gran soddisfazioni. Che sia solo un desiderio fisico? Come constatarlo? Sento ancora pulsare quella voragine tra il basso ventre e la gola quando me la trovo nominata sullo schermo? Si ma ora la voragine si ferma alla bocca dello stomaco… dal basso ventre alla bocca dello stomaco, percorso breve… che tutto questo svirgolamento cerebrale si risolva in un basso, misero, banale impulso erotico? Si sa del resto che le donne conquistano la propria la vagina attraverando il cervello (e molto spesso perdendocisi dentro) quindi no, non minimizziamo. Come nella tastiera posso digitare con convinzione: io provo desiderio fisico per Elisa Alessandro, nella vita reale, trovandomici di fronte, sarei in grado di affrontare Elisa Alessandro cercando di infrangere le sue strutture sacrosantamente eterosessuali? No. Non mi passerebbe nemmeno per l’anticamera del cervello. Non per paura, non per mancanza di convinzione, per insicurezza, non per ansia da prestazione, semplicemente non succederebbe perché io non vorrei, perché non ne sentirei la necessità, l’impulso. Ne sono certa. (se Elisa Alessandro invece mi saltasse addosso in un momento di totale stordimento, attenta Elisa Alessandro che non so, in quel caso…). :)
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In ogni caso, sogni di gloria a parte, nella fantasia tutto è possibile ma la realtà è fatta di preconcetti, pregiudizi e premesse. Come questa premessa. Che è troppo lunga. Perché non si può affermare nulla con convinzione, che non appena l’assunto è dichiarato, l’assunto viene messo in dubbio e smantellato. Che la vita stessa sia una premessa? Sono certa che dopo aver compiuto questo processo di estrapolazione, dopo aver messo un punto a questa storia, sarò pronta a dichiarare il contrario di quanto detto, già adesso non sono più tanto convinta… io amo Elisa Alessandro? Perché dovrei amare Elisa Alessandro piuttosto che E. G. o A. K. o G. B.?
Per via di quella posa di tre minuti in scena che è stato il pretesto per uscire da una storia precedentemente dannata?
Perché in quel momento tutti gli equilibri bilanciavano il viso di Elisa Alessandro, il suo decolletè, il mistero della sua inconosciuta e affascinante personalità?
Ma poi, perché no?
Fine. Dedicato alla meravigliosa pazienza di Elisa Alessandro
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Gennifer Neri Pozzi
Ps. Leggi l’intervista di Barbara Fragogna a Gennifer Neri Pozzi