8 marzo, Londra se ne frega
Giornata Internazionale della Donna, e chissenefrega – dice l’uomo in bombetta ed ombrello. Eh sì, nel paese di Florence Nightingale e compagnia bella questa storia dell’8 marzo non ha mai attecchito molto, un po’ come il sistema metrico decimale, o il primo maggio, che ben lungi dall’essere una ricorrenza riconosciuta ancora rappresenta la festa del nemico.
Mimose in giro non se ne vedono, come neppure avvinazzate scostumate alla ricerca di fustacchioni da palpognare, voglio dire, non più del solito queste, mentre i giornali lasciano spazio a fatti ben più importanti: i sei soldati morti in Afghanistan e due evidentemente novissime scoperte scientifiche, frutta e verdura mantengono la pelle giovane, le carote aiutano l’abbronzatura.
Vado in bagno a controllare che l’acqua calda l’abbiano già inventata, poi faccio un giro di investigazioni in ufficio: nessuno che ne abbia mai sentito parlare di questa bizzarria, forse Pete là in fondo ne sa qualcosa, è uno che ha viaggiato mi dicono. Strano che un popolo così ipocrita sia rimasto immune a tradizioni moderne di giornate floreali e festini dispendiosi, allo svuotamento di significato di un’altra festività in favore del solito feticismo consumista.
Ironico invece come questo non celebrare sia molto più rispettoso nei confronti della donna e della sua intelligenza che non l’omaggiarla di presenti che sanno di concessione e che implicitamente ristabiliscono le priorità: è l’uomo che si abbassa a comprare il contentino, buono omaggio per un altro anno di supremazia. Lo so, devo stare attento a non dir troppo quel che penso, ché Luca poi mi tira le orecchie, ma che altro, carissime, la festa della donna qui non esiste.
Mi piacerebbe raccontarvi di come nel Regno Unito i generi non vengano discriminati, uomini e donne godano di ugual diritti e opportunità, ma sarei bugiardo, perchè l’è tutta una facciata, il solito pro forma. Essere donna oggi: poter aspirare a posizioni di prestigio all’interno di importanti aziende e dell’apparato statale, ma senza esagerare, poter diventare medico, avvocato e tutto il resto, ma continuando a subire il silenzioso boicottaggio maschile, doversene andare in giro intabarrate e sposare chi dice papà senno so’ cazzi amari – perchè la religione gode di maggiori diritti degli individui. Ecco, forse l’unica conquista che la donna italiana può invidiare a quella britannica è l’essere risparmiata dalla presa per il culo dell’8 marzo.
Davide Miozzi