Una inaspettata sommossa a Singapore 44 anni dopo l'ultima
Oggi, dieci minuti dopo la mezzanotte, mio figlio Giulio mi telefona, preoccupato, per chiedermi dove sono.
Gli rispondo usando l’auricolare che sto guidando verso casa.
Mi dice che ci sono stati dei tumulti nella zona di Little India, e che mi raccomanda di non avvicinarmi a quel quartiere, temendo per la mia sicurezza. Avevo, in verità, sentito varie sirene di ambulanze e polizia, ma non ci avevo fatto caso: qui a Singapore sono molto frequenti le esercitazioni di sicurezza per poter rispondere ad un imprevisto: azioni terroristiche come le bombe di Bali sono un ricordo non troppo lontano e ovunque la polizia avverte: “un basso livello di criminalità non significa assenza della stessa“.
Little India, un quartiere abitato prevalentemente, come il nome stesso rivela, da Indiani, era sorta quando il quartiere di Chulia, assegnato da Sir Raffles nel 1822 suo progetto urbano di segregazione etnica agli Indiani del Sud aveva cominciato ad essere sovrappopolato, ed i Tamil, i Malayalam e i Telugu si erano stabiliti in quell’area paludosa, dove potevano pascolare i bufali, che venne poi chiamata “Little India”. Oggi rimane il luogo di aggregazione preferita per i lavoratori immigrati dal subcontinente indiano, grazie alla presenza di ampi spazi erbosi e di rivendite a buon prezzo di articoli alimentari o di altro tipo provenienti dai loro Paesi d’origine. Si tratta di una zone molto congestionata, ad altro traffico automobilistico ed umano, attraversata da almeno un’arteria del traffico automobilistico: Serangoon Road.
Dico a mio figlio Giulio di non preoccuparsi. Mi fermo con l’auto in sosta a lato della strada e rapidamente cerco sul mio iPhone5S delle notizie a riguardo su google. Oggi con l’informazione a portata di tutti risulta piuttosto difficile nascondere un evento macroscopico: chiunque, anche chi non ha nemmeno frequentato la seconda elementare, può semplicemente premere un bottone sul suo telefono intelligente, che costa anche solo 100 Euro e quindi è accessibile anche a qualcuno che fa un lavoro umile, e registrare un video o fotografare un’azione e poi trasmettere tutti questi dati sulla Rete. Bilancio temporaneo: un’ambulanza esplosa, quattro auto della polizia rovesciate e bruciate.
Un momento, ma a Singapore non era l’Isola Perfetta, dove l’ultimo vero tumulto accadde nel 1969, quindi 44 anni fa? Ed non era tra Singaporiani. Chi e cosa poteva avere scatenato questi disordini notturni?
La Rete ci ha fornito varie versioni dei fatti, riassumibili in un primo tempo circa in questo modo:
un autobus privato aveva investito alle 21.20 di domenica un lavoratore straniero, chi diceva del Bangladesh, chi dall’India, decapitandolo sul colpo. Gli astanti sono rimasti in attesa che arrivasse un’ambulanza ma i primi ad arrivare furono dei poliziotti che, apparentemente, a detta di molti, cominciarono a maltrattare verbalmente e anche fisicamente i presenti, apparentemente tutti lavoratori stranieri un po’ alticci. Circa 400 persone hanno iniziato un tumulto, distruggendo l’autobus “colpevole” di aver ucciso l’uomo e attaccando la polizia.
Un comportamento normale? Se in Italia c’é un incidente stradale si aspetta l’arrivo della polizia e dell’ambulanza, non ci si mette certo a distruggere tutto.
Nelle società a grande densità urbana con basso alfabetismo e alta cultura feudale di parassitismo verso il popolo, le masse sono generalmente tenute insieme in ordine dalla paura di una punizione, sia attuale, hic et nunc, che ultraterrena.
Tale massa tuttavia, nel percepire un torto irreparabile, può trasformarsi in qualcosa che ha quasi una vita propria e che si auto percepisce invulnerabile ed invincibile, come ha notato Elias Canetti nel suo scritto “Massa e Potere“. Non per niente sia in Africa che in Indonesia che appunto in India e Bangladesh, se avviene un incidente stradale la cosa migliore da fare per evitare di essere linciati consiste nel correre e scappare via. Chi sono questi scalmanati? dei “criminali”? Dei pazzi? Degli “animali”?
Non condono certo la distruzione della proprietà, e men che meno la violenza fisica verso le persone, tuttavia mi sembra semplicistico e razzista limitarsi a dire che chi ha preso parte attiva nel tumulto appartiene ad una classe quasi sub-umana di animali. Gli appaltatori di Singapore vanno in giro per villaggi dell’India, in Sri Lanka o in Bangladesh e reclutano per il settore delle costruzioni a Singapore uomini giovani, tra i 17 anni e mezzo ed i 21 anni di età, pronti a lavorare dalle 12 alle 14 ore al giorno a 33 gradi minimo di temperatura con l’80% di umidità, per circa 410 Euro al mese con un contratto di 1 o 2 anni , 1 giorno libero a settimana oltre alla festività nazionale. Queste sono le condizioni in cui vivrebbero nei Paesi d’origine. L’unica differenza e’ la sicurezza, relativa, che Singapore offre. Non vi è alcun adattamento culturale nella loro psiche ad un luogo pulito ed ordinato come l’isola repubblica dove andranno a lavorare. Vivono in containers adattati a dormitori e non hanno quasi alcun contatto con la popolazione di Singapore. Come potrebbero del resto averlo? Mandando a casa metà dei 410 Euro che percepiscono al mese, non hanno molti mezzi per svagarsi, o per comprendere la varietà di distrazioni a disposizione di chi vive a Singapore attorno a loro. L’unico svago consiste nell’oblio e nell’euforia provocati dall’alcool. Chi ha 30 dollari di troppo magari si ferma nel container dove vecchie prostitute donne o transessuali ormai fuori da qualsiasi mercato praticano la loro professione con questi ragazzini disperati.
E ieri l’alcool ha innescato la risposta violenta…
Completamente non curanti delle condizioni di vita di questi lavoratori, che pur hanno reso possibile ai Singaporiani l’acquisto di case a prezzo relativamente accessibile, o di residence sfarzosi, molti Singaporiani hanno immediatamente avuto reazioni di intolleranza e razzismo: – Perché non rimandiamo tutti questi indiani a casa? Questi cercaguai dalla pelle scura! Non li vogliamo!! ” –
Qui è dove di Singapore aspetta una risposta dal suo governo , e qui è esattamente dove sta la trappola del loro modello economico: ci sono circa 600.000 lavoratori nell’edilizia a Singapore, la “città giardino “. I cittadini di Singapore, o i residenti permanenti, spesso originari dalla Malaysia, guadagnano una media di 1,200 Euro al mese , con Festa nazionale + 15 giorni di ferie pagate all’anno. Nessuno quindi a Singapore vuole lavorare come questi operai indiani per 300 Euro al mese e senza ferie pagate. Inoltre , a Singapore nessuno fa più bambini , quindi servono molti stranieri per far funzionare l’economia. Nell’industria dell’ospitalità si incontrano molti Filippini, come anche negli uffici postali e nella logistica. Naturalmente vengono criticati per essere “diversi”.
La gente ignara vede i problemi ma non le loro cause e si chiede: -Abbiamo comunque davvero bisogno di costruire tante case? Perché non continuare Singapore com’è adesso per alcuni anni?- Semplice: non è possibile . Con una popolazione che invecchia velocemente , Singapore ha bisogno di ospedali ( due sono in costruzione ) . Con una popolazione in crescita da 3 milioni nel 1990 a più di 5 oggi, e una proiezione di 7 previsti per il 2030 , Singapore ha bisogno di strade, edifici residenziali e trasporti ( ci sono 7 linee esistenti di metropolitana oggi, e non meno di altre 15 sono previste o in costruione in questo momento ) . Se non si costruisce, ci saranno presto ostacoli sociali lungo la strada. La metropolitana locale è già super affollata , e il traffico piuttosto elevato nelle ore di punta a dispetto dei prezzi proibitivi del certificato per poter guidare un’auto per soli dieci anni. Inoltre , la posizione di Singapore come hub di trasporto del petrolio & gas è chiaramente minacciata dall’apertura delle rotte marittime polari, che rendono parzialmente meno conveniente la via dell’Equatore .
In questo contesto la sommossa di Singapore appare come un sintomo della sua vulnerabilità.
Il 33enne indiano Sakthivel Kumarvelu che è morto decapitato dopo essere stato investito dall’autobus sul quale cercava di salire, era ubriaco , ha detto la polizia di Singapore in nuovi dettagli emersi dalla sua inchiesta. La polizia ha detto di non essere in grado di confermare o meno se i anche i rivoltosi fossero tutti ubriachi. I 27 presunti partecipanti alla sommossa sono stati arrestati nella notte di Domenica, e le indagini sono in corso .
L’autista del bus, un 55enne di Singapore , è stato arrestato ed è fuori su cauzione. Sarà accusato di aver causato la morte dell’Indiano con un atto di negligenza , ha detto la polizia. Se riconosciuto colpevole , potrebbe essere condannato ad una pena massima di due anni di reclusione , una multa o entrambi .
Dei 27 presunti partecipanti antisommossa di età compresa tra i 23 ei 45 anni, che sono stati arrestati sulla scena nella notte di Domenica , la polizia ha detto 24 di loro sono cittadini indiani , due sono del Bangladesh e uno è un residente permanente a Singapore .
Secondo il ministro per gli affari interni S. Iswaran sarà imposto nella zona di Little India il divieto di vendita di alcolici in questo fine settimana. Il bilancio? 39 tra poliziotti, operatori della Proteione Civile ed ufficiali ausiliari sono rimasti feriti.
25 veicoli di emergenza sono stati danneggiati , oltre ai cinque bruciati.
Forse il danno peggiore lo possiamo constatare nella fine dell’illusione di pace.La scena del tumulto è stata riaperta al pubblico dalle 06:45 di oggi. Il Governo ha invitato a non parlare dell’accaduto, per evitare che nascesse dell’odio pernicioso contro i lavoratori stranieri. Qualcuno sospetta che l’invito sia anche teso ad impedire speculazioni che potrebbero portare a rivendicazioni di condizioni migliori per i lavoratori, e quindi a COSTI elevati e profitti in diminuzione per i magnati che tutto controllano.
Questa settimana appena cominciata quindi ha un’importanza rilevante per vedere l’evoluzione (o l’involuzione) della consapevolezza collettiva di un conglomerato sociale dis-integrato, ove ognuno vive nella sua bolla impermeabile al resto e dotata di limitate osmosi, proposta come oasi di pace e sicurezza dal marketing.
Di Giovanni LOMBARDO
Singapore, 9 Dicembre 2013
FONTI (in Inglese):
Una tesi di Kai Hong Phua, Rachel Hui, Marie Nodzenski e Nicole Bacolod della Lee Kuan Yew School of Public Policy della National University of Singapore.
2. Altri dati, sempre che capiate l’inglese, sono disponibili presso:
http://www.mom.gov.sg/statistics-publications/others/statistics/Pages/ForeignWorkforceNumbers.aspx
3. circa il salario pagato ad un operaio nel settore edile, “In contrast, construction workers here, such as those from India and Bangladesh, are paid as low as S$700 (RM1,737) a month.” (410 Euro) vedere:
http://www.thestar.com.my/News/Regional/2013/01/04/Low-pay-may-deter-foreign-workers.aspx