35 giorni tra i ghiacci
Ciao a tutti,
eccomi ritornata alla vita dei mezzi di comunicazione, del telefono e delle macchine, del traffico, dei supermercati. Ho ritrovato tutto intatto ma é come se il tempo andasse piú lentamente, come se le mie 24 ore oggi non bastassero a fare tutto; oggi dopo 35 giorni tra le montagne del grande nord, sperduta tra queste immense distese aspre, dure, rigorose, che non sanno perdonare a chi sbaglia, ma che allo stesso tempo possono regalare paesaggi mozzafiato, colori sbalorditivi e una natura esplosiva. Tutti ingredienti che fanno dimenticare tutto, anche la neve estiva o i 2 gradi del 20 luglio.
Perché cosí é andata. Alle 13.30 di martedí 26 giugno siamo arrivate all’aereoporto di kvikkjokk sotto un bel sole cocente. Di li siamo partite in elicottero per atterrare a Duottar alle 14.50, ad attenderci c’era una distesa di neve e ghiaccio. Niente acqua, solo neve da sciogliere. Lo stupore é stato grande, ma non ci siamo spaventate. Questa terra sa regalare tanto anche quando meno te lo aspetti. La vita li ha un altro sapore, di libertá; ed é fatta di piccole cose quotidiane. Il tempo é tuo, come lo vuoi, riempito di piccoli gesti quotidiani o di scalate, passeggiate. La notte sa aprirti il cuore con le sfumature dei suoi colori indimenticabili e il sole ti accompagna sempre ovunque tu vada.
Il giorno dopo il nostro arrivo abbiamo cominciato ad aprire i bagagli spediti, le provviste, le capanne per i turisti di passaggio, ma tra quelle nevi eravamo completamente da sole. Abbiamo anche dedicato del tempo all’esplorazione dei dintorni, o forse dovrei dire delle parti fino a dove riuscivamo ad arrivare. Come dal nulla in un freddo pomeriggio di fine giugno ci sono comparse una signora con due bambine; il primo incontro del soggiorno.
Che gioia, soprattutto per mia figlia! Finalmente delle coetanee con cui condividere l’interesse per la montagna, delle bambine con cui correre tra la neve, riconoscere le tracce degli animali, scalare le pareti di ghiaccio! E quante cose ho potuto imparare io da questa visita! Lei la mamma lappone mi ha mostrato dove passare il fiume, come ricavare una scala dalle pareti ghiacciate. Abbiamo cosí creato dei gradini su un muro di ghiaccio alto 4 metri; abbiamo segnato il passaggio del sentiero sui due fiumi. Il giorno seguente le abbiamo accompagnate per un po’ nel sentiero.
Nell’arco di due giorni questo lembo di terra sconosciuto é diventata la nostra nuova casa, abbiamo imparato a conoscere il sentiero in entrambe le direzioni, verso Staddajåkkå e verso Tadaluoppal. Le giornate si sono riempite di piccoli gesti necessari per la vita quotidiana, di tempi vissuti nelle piccole cose, di ammirazione per i colori della natura, di incontri vari, di momenti genuini condivisi con i passanti, coscienti di avere in comune l’ammirazione per questa terra. Di giorno in giorno ci siamo adattate alla montagna con le sue leggi. I gesti quotidiani come quelli di prendere l’acqua al fiume, preparare il pane, preparare il pranzo e la cena, non ci sono apparsi pesanti, solamente parte della vita. La temperatura a volte proibitiva non é stata un impedimento per l’esplorazione e nemmeno il ghiaccio; abbiamo imparato ad essere caute e a fare le cose insieme. L’arrivo della nostra guida dopo 13 giorni ci ha dato maggior sicurezza; il disgelo della neve e del ghiaccio ci ha aperto nuove strade da esplorare, crepacci da ammirare, colori che non hanno nome.
L’avvicinarsi del momento del ritorno ci é sembrato difficile ed é stato argomento di discussioni. Ritornare dove? E a quale vita? E perché? Ma quella era diventata casa per noi.
Io credo che il ritorno sia sempre difficile, ovunque si vada, ovunque si ritorni. Forti sensazioni, sapori e odori accompagnano i nostri ricordi piú lontani, dell’infanzia, della giovinezza, di una terra lasciata, ricordi che ci hanno segnato e che tutti ci portiamo dentro. Ricordi che ci vengono regalati da madre natura. Che bello sarebbe se tutti potessimo imparare a rispettare questa vecchia signora.
Antonella Tiozzo