Vent'anni dopo l'11 settembre. Ecco perché Bin Laden era tutt'altro che uno sconosciuto
Il New York Times dell’11 settembre 2001, la mattina antecedente all’attacco alle Twin Towers, apriva con la campagna elettorale per le elezioni del sindaco di New York e la notizia che preoccupava maggiormente una buona fetta di newyorkesi era quella relativa alla netta sconfitta dei Giants a Denver contro i Broncos (31-20). Ovviamente, nulla faceva pensare a quel che stava per accadere, eppure non si può dire che mancassero le avvisaglie.
Il New York Times dell’11 settembre 2001
Solo dieci giorni prima, gli Stati Uniti avevano chiuso le ambasciate a Sofia e Bucarest. Come scriveva La Stampa del primo settembre 2001: “Nuovo allarme terrorismo per le ambasciate americane: a rischio attentati sono le sedi diplomatiche di Bucarest e di Sofia, che ieri sono rimaste chiuse per accertamenti sui propri dispositivi di sicurezza. La chiusura è da mettere in relazione con la situazione in Medio Oriente ha spiegato un funzionario del Dipartimento di Stato di Washington, precisando però che essa non è solamente legata al conflitto israelo-palestinese, né soltanto a Osama Bin Laden, il miliardario terrorista che riunisce molti gruppi fondamentalisti islamici”.
Una settimana dopo, il 7 settembre, l’Ansa rilanciava l’allarme: “Usa avvertono di possibili attacchi in Giappone” e molti quotidiani dell’11 settembre, usciti dunque la mattina precedente di qualche ora gli attentati alle Twin Towers, collegavano l’attentato al “Leone del Panjshir” Massud alle attività di Bin Laden. “Bin Laden è al centro dell’attenzione internazionale, dopo la notizia di un suo possibile coinvolgimento nell’attentato contro Ahmed Shah Massud, il principale capo militare della resistenza ai Taleban”. “Un alto portavoce dell’opposizione, che vive a Teheran, ha detto che l’attentato a Massud è frutto di un complotto nel quale sono coinvolti i Taleban e il terrorista Osama bin Laden”.
Complessivamente, tra l’11 settembre 2000 e il 10 settembre 2001 Bin Laden era comparso in circa 400 lanci di agenzia Ansa. Diario della Settimana in un numero del febbraio del 2003 ne aveva pubblicata un’ampia selezione. Di seguito ne pubblichiamo un estratto.
Bin Laden nelle agenzie del 2000
18 settembre 2000: Usa, Cia studia ‘enciclopedia Bin Laden’.
Oltre mille pagine di istruzione del super ricercato Osama Bin Laden alla sua rete di terrore internazionale sono state consegnate agli Usa dai servizi segreti giordani.
25 settembre 2000: Fbi alle prese con video Bin Laden.
L’Fbi è alle prese con un filmato in cui lo stesso Bin Laden minaccia un’azione terroristica per liberare lo sceicco cieco detenuto negli Usa per l’attentato contro il World Trade Center (il riferimento qui è all’attentato del 1993, ndr).
12 Ottobre 2000: Tornano Kamikaze, attacco contro nave Usa in Yemen.
Almeno cinque marinai americani sono morti, oltre 30 loro compagni sono rimasti feriti in quello che tutto sembra sinora indicare come un attacco suicida di guerriglieri islamici contro un cacciatorpediniere Usa ormeggiato nel porto yemenita di Aden.
24 ottobre 2000: Pentagono, è allarme rosso per Bin Laden.
L’allarme sarebbe partito quando gli 007 Usa hanno intercettato comunicazioni top secret di Osama Bin Laden ai suoi agenti nel Golfo.
26 ottobre 2000: Allarme Fbi, alberghi New York nel mirino.
Le minacce sono state ricevute dagli alberghi cinque giorni dopo l’esplosione della nave Uss Cole a Aden che, secondo gli investigatori Usa, sarebbe stata con ogni probabilità provocata dai seguaci di Osama Bin Laden.
Bin Laden nelle agenzie del 2001
I lanci dell’Ansa dedicati a Bin Laden proseguirono a ritmi alterni fino al dicembre del 2000 e si intensificarono nel 2001.
7 febbraio 2001: Capo Cia, Bin Laden è maggiore minaccia per Usa.
Osama Bin Laden è la più grande minaccia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Parola di George Tenet, il direttore della Cia.
Una settimana dopo l’Ansa rilanciava una notizia che apparve, a posteriori, decisamente inquietante.
14 febbraio 2001: Bin Laden acquistò aereo in Usa, testimone.
Un collaboratore di Osama Bin Laden è stato accusato oggi di aver aiutato il super ricercato d’origine saudita ad acquistare un aereo negli Stati Uniti. Ad accusare Wadid El-Hage sotto processo a New York è stato un testimone dell’accusa, Essan Al Ridi, che lavorava come istruttore di volo nel Texas. Nel 1993, l’imputato lo contattò e gli chiese aiuto per acquistare l’aereo, un reattore, acquistato, per 250.000 dollari a Tucson, in Arizona, e trasportato dallo stesso Al-Ridi alla capitale sudanese. Bin Laden avrebbe offerto un lavoro come pilota a Al Ridi, che però ha rifiutato ritenendo lo stipendio troppo basso.
Nei mesi successivi i lanci Ansa su Bin Laden si intensificarono ulteriormente.
12 maggio 2001: Allarme Bin Laden per attentati nel mondo.
L’avvertimento è collegato all’esito, ormai imminente del processo a New York contro quattro persone accusate di essere collegate a Bin Laden e agli attentati contro due ambasciate Usa nell’Africa Orientale nel 1998.
14 giugno 2001: Bin Laden acquista software segreto Fbi.
20 giugno 2001: Bin Laden, guerra santa a Usa e Israele.
Il messaggio del dissidente saudita, contenuto in una videocassetta della durata di più di un’ora e mezzo, è pervenuta ad un giornale del Kuwait.
Nel mese di luglio, l’Fbi incominciò a considerare credibili anche attacchi sul territorio statunitense. Lo testimonia un lancio Ansa del 12 luglio intitolato “Fbi Prevede grandi attacchi nei prossimi anni”.
Nei prossimi anni – si legge in quella nota – gli Stati Uniti subiranno attacchi su grande scala di gruppi terroristici che, secondo l’Fbi, colpiranno almeno una volta l’anno obiettivi americani all’estero, mentre potrebbero usare armi di distruzioni di massa in azioni sul territorio nazionale.
Un mese dopo si decise la già citata chiusura delle ambasciate di Bucarest e Sofia e Massud venne ucciso il 10 settembre.
I giornali del giorno dopo
Il 12 settembre 2001, il New York Times, comprensibilmente, non dedicò neppure una riga alla campagna elettorale per il sindaco. Le prime 25 pagine erano interamente dedicate agli attentati.
Il titolo d’apertura era “Us Attacked – Hijacked jets destroy Twin Towers and hit Pentagon in day of terror” (Stati Uniti attaccati – aerei dirottati distruggono le Twin Towers e colpiscono il Pentagono nel giorno del terrore”).
Il nome di Bin Laden come principale responsabile degli attacchi incominciò a uscire già nelle edizioni online del pomeriggio dell’11 settembre, ma l’articolo del 12 settembre in cui si ribadiva che Bin Laden era il principale indiziato per gli attacchi terroristici, si intitolava così: “A Day of terror: Intelligence Agencies; Official Say the Saw non signs of Increased Terrorist Activity”. Secondo l’Intelligence non si erano notati segnali di un aumento dell’attività terroristica.
Alla Cia non arrivavano i lanci Ansa?
Massimiliano Boschi
Foto di copertina di History in HD da Unsplash